Costa Concordia, Francesco Schettino vuole tornare a bordo: “Nuove perizie”

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Settembre 2013 - 13:17 OLTRE 6 MESI FA
La Concordia il giorno dopo il naufragio

La Concordia il giorno dopo il naufragio

GROSSETO – Francesco Schettino vuole tornare a bordo della Costa Concordia. La difesa dell’ex comandante ha infatti chiesto in aula nuove perizie sulla nave, ora tornata in asse. ”Fare una perizia a bordo della Costa Concordia è ora possibile. Parti della nave sono venute a galla e ci si può cominciare a lavorare”: lo ha detto l’avvocato Francesco Pepe, della difesa di Francesco Schettino, rispetto alla richiesta di perizie aggiuntive già chieste al collegio del tribunale di Grosseto a luglio scorso prima della ripresa del processo stamani.

”Già dalla fase istruttoria chiediamo di poter effettuare direttamente nostre perizie sulla nave – spiega Pepe – Potremo accertare la verità e capire quanto accaduto solo dopo una serie di nuove perizie su apparati come, per esempio, i generatori di emergenza, le porte stagne, il funzionamento dei bracci delle scialuppe di salvataggio” e altri. Sulla richiesta della difesa, prima di entrare in aula l’avvocato Marco De Luca di Costa Crociere: ”La perizia dell’incidente probatorio è stata esaustiva, vedremo che cosa deciderà il tribunale su questa nuova richiesta”.

Schettino parla in aula e accusa il timoniere indonesiano. L’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino è intervenuto per la prima volta in aula al processo che lo vede imputato per il naufragio al Giglio, accusando il timoniere indonesiano di non aver eseguito correttamente i suoi ordini. “Nel momento in cui ho chiesto al timoniere di mettere i timoni a sinistra, l’errore è stato di non farlo, in quel momento la nave aveva un’accelerazione a destra”, ha detto Schettino.

“Se non ci fosse stato l’errore del timoniere, di non posizionare i timoni a sinistra, ovvero l’errore di scontrarsi, cioè di evitare la derapata – ha proseguito Schettino nel suo breve intervento durante la discussione fra periti, pm e avvocati – non ci sarebbe stato quello schiaffo”.

”Con l’effetto del timone a sinistra volevo far ridurre la velocità angolare della poppa, favorendo l’avanzo (della nave, ndr) rispetto alla rotazione” davanti agli scogli. ”Ma il timoniere non eseguì correttamente l’ordine, mise il timone al contrario e urtammo” Schettino, in sostanza, evidenziando l’errore del timoniere indonesiano, ha voluto dire che tentò di allineare la nave agli scogli, cercando di rimetterla in parallelo, comunque attenuando il più possibile l’angolo di impatto che si stava delineando di lì a poco. Ma l’errore al timone, secondo l’ex comandante, vanificò questo tentativo. I periti del gip hanno comunque sottolineato che l’impatto ci sarebbe stato lo stesso.

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