Eleonora Brigliadori: “Bimbi con Zika reincarnazioni di…”

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2016 - 20:04 OLTRE 6 MESI FA
Eleonora Brigliadori: "Bimbi con Zika reincarnazioni di..."

Eleonora Brigliadori: “Bimbi con Zika reincarnazioni di…”

ROMA – Eleonora Brigliadori ha opinioni sulla medicina decisamente anticonformiste. Dice di aver curato un tumore senza chemioterapia (“Uccide, mi sono curata con la spiritualità”). Ora dà del bugiardo a Umberto Veronesi. Sosiene che i vaccini facciano ammalare. E infine la teoria più curiosa: i bambini in Sudamerica con il virus Zika sono reincarnazioni del Conquistadores spagnoli e portoghesi…Ecco cosa ha detto a Elle:

«Veronesi mente sapendo di mentire, l’ho visto affidarsi all’omeopatia ma ai suoi pazienti propone sempre la chemio. Il tumore nasce sempre da un conflitto interno, e spesso a generarlo è la paura. Per la chemio vale lo stesso, la paura porta a morire. C’è una vera e propria lobby, eppure io, che ho perso anche mia nonna e mia madre, sono guarita da sola. Forse ce l’ho fatta proprio perché amavo i miei capelli».

Quando le viene chiesto delle accuse nei confronti delle ‘lobby ebraiche’ di cui parlava Hamer, la Brigliadori commenta così: «Non mi piace dare etichette, ma ci sono medici che prendono le ‘stecche’ per i farmaci. Steiner, come Hamer, aveva previsto che certe sostanze chimiche inibiscono e mettono paura al corpo, impedendo lo sviluppo spirituale terapeutico e favorendo le malattie. Tra chemio, vaccini e psicofarmaci, tutti rischiamo di ammalarci. Il film di Robert De Niro contro i vaccini è stato bloccato? Non mi stupisce, è schiavo della lobby del cinema».

Continuando a parlare delle teorie di Hamer e Steiner, la Brigliadori riesce a superarsi quando parla del virus zika, che in Sudamerica sta colpendo tantissimi neonati: «Credo che ogni malattia abbia un’origine precisa, e nella reincarnazione. I bambini che si ammalano di quel virus sono le reincarnazioni dei conquistadores che devono scontare certe pene, ma dalle malattie nasce sempre qualcosa di buono. Il tifo, ad esempio, si è sviluppato a Napoli, una città dove si vive un po’ alla giornata, ma dopo l’epidemia le coscienze si sono risvegliate e sono arrivate le rivoluzioni. La malaria, invece, riequilibra l’ego e il vaiolo, arrivato dopo le guerre, aiuta a far capire l’importanza dell’amore. Se è così anche per l’hiv? Questa è un’etichetta data a fenomeni che hanno in realtà cause complesse nel non amore, buona solo per vendere pillole».