M5s, emergenti Di Battista, Di Maio, Fico: “tre mezze pippe”, Vincenzo De Luca invettiva anti Grillo

Pubblicato il 11 Settembre 2016 - 11:15 OLTRE 6 MESI FA
M5s, emergenti Di Battista, Di Maio, Fico: "tre mezze pippe", Vincenzo De Luca invettiva anti Grillo

M5s, emergenti Di Battista, Di Maio, Fico: “tre mezze pippe”, dice Vincenzo De Luca, presidente della Campania, in una lunga invettiva anti Grillo, 16 minuti su Lira Tv

Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, leader emergenti del Movimento 5 stelle “sono tre mezze pippe”, “tre miracolati”, che “non sanno far una O con il bicchiere”, nel giudizio aspro e estremo di Vincenzo De Luca, oggi presidente della Regione Campania e ieri sindaco di Salerno. Le parole così sprezzanti sono testimoniate da un video, che registra una intervista a Lira Tv, una emittente di Salerno. Le cose che dice sono urticanti ma condivisibili, l’effetto un po’ appannato dall’ accento terrone che è quello che nell’ immaginario degli italiani identifica quella burocrazia borbonica che soffoca da un secolo e mezzo l’Italia, che poi è lo stesso anche di uno dei suoi bersagli, il suo conterraneo Luigi Di Maio. Via via che Vincenzo De Luca dipana i suoi argomenti, però, i concetti prevalgono sulle apparenze e a leggere i commenti postati su Youtube, volgari, violenti (una testa di c@zzo comunista amico di renzi, altra testa di ca@zzo… De Luca bastardo camorrista !!!) danno l’impressione che De Luca abbia colpito nel segno:

“Nei 5 Stelle è emerso un trio: Di Battista, Di Maio e Fico. Lugino il chierichetto, Fico il moscio, e l’emergente Dibba, il gallo cedrone. E l’ Italia dovrebbe essere diretta da questi signori…cosa hanno in comune questi tre giovanotti? Sono tre mezze pippe, quando si sono candidati con la loro faccia sono stati bocciati tutti quanti. Hanno sfruttato solo l’onda grillina”.

 

Luigi Di Maio, quando si è candidato a Pomigliano, ha preso 56 voti, ricorda De Luca. Di Battista, candidato in un Municipio di Roma “bocciato pure lui”. De Luca non cita alcun risultato elettorale per Fico, ma ricorda con spregio una su antica candidatura in Campania.

Nella intervista, in realtà un monologo di ben 16 minuti, a LiraTv  Vincenzo De Luca attacca duramente il Movimento 5 Stelle alla luce della vicenda romana:

“Questo movimento ha portato sulla scena personaggi di valore ma anche personaggi assolutamente improbabili, miracolati, che si ritrovano ad avere ruoli nazionali senza sapere fare l’O col bicchiere. Si sta diradando questa anestesia percettiva che li ha avvolti e vediamo la realtà per quello che è. È drammatico immaginare che questi soggetti possano avere in mano l’Italia. Luigino ha chiesto perdono, non è stato in grado di leggere il messaggino. E nell’anno della misericordia certo che lo perdoniamo… Ma faccia il bravo”.

Partendo dal caso del sindaco di Roma, Virginia Raggi, De Luca dice:

“Credo saranno a lutto tutti i membri dell’associazione “Amici delle bambole”. La cosa positiva di questa vicenda è che si è svelato l’arcano del M5S: sono usciti al naturale. Il M5S ha portato sulla scena personaggi di valore, ma anche personaggi assolutamente improbabili: miracolati, che si ritrovano ad avere ruoli nazionali…

“A molti osservatori il fenomeno del M5S è parso come lo stato d’animo degli innamorati. Gli psicologi, quando si riferiscono all’innamoramento, parlano di anestesia percettiva: quando ti innamori, non vedi più niente, c’è una nuvola che ti avvolge, non vedi più la realtà. Una ‘scorfana’ ti pare una principessa: magari non vedi neanche i suoi pelacci, i suoi baffi, le sue varici. Questo vale ovviamente anche per gli uomini, non vorrei che l’associazione “Amici delle bambole” mi accusasse di sessismo. Quindi, per l’anestesia percettiva una donna può avere davanti un perfetto imbecille e può apparirgli un personaggio…

“I 5 Stelle non sono ancora nati e hanno già 50 correnti. E’ emerso un trio, già visto nella vicenda di Quarto, era appollaiato su un trespolo: il Di Battista, il Luigino Di Maio e il Fico. Oggi si rivelano all’Italia nelle vesti proprie. Luigino Di Maio il chierichetto, Fico il moscio (ovviamente) e l’emergente Di Battista, detto Dibba, il gallo cedrone. Ognuno ha trovato il suo ruolo in commedia. Dibba è venuto nel suo tour da centauro anche in costiera amalfitana. Sotto il casco aveva la bandana. Ma che meraviglia. Questi tre giovanotti hanno in comune che sono tre mezze pippe. Di Battista bocciato in municipalità, Fico qui in Regione e Luigino 56 voti a Pomigliano.

“Questi tre sono miracolati che hanno sfruttato l’onda grillina. La cosa davvero drammatica è immaginare che questi soggetti possano avere in mano l’Italia. Luigino di Maio ha chiesto perdono, perché non è stato in grado di leggere un messaggino. E vi pare che nell’anno del Giubileo e della misericordia noi non possiamo non perdonarlo? Certo che lo perdoniamo e non lo terremo più in punizione, a condizione che faccia il bravo. Gli daremo anche il panierino con la nutella e con la brioscina. Ma non faccia più il furbastro. Deve finire questa ipocrisia insopportabile. Questi tre si odiano, si baciano, ma sono falsi come Giuda. Ognuno vorrebbe accoltellare l’altro alla schiena”.