Il Senato vota “no” alla mozione di sfiducia ad Angelino Alfano: 226 no, 55 sì

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Luglio 2013 - 10:45 OLTRE 6 MESI FA
Mozione di sfiducia ad Angelino Alfano: segui la diretta del voto al Senato

Angelino Alfano accanto al premier Enrico Letta durante il dibattito sulla mozione di sfiducia (LaPresse)

ROMA – Il Senato ha detto “no” alla mozione di sfiducia contro il ministro dell’Interno Angelino Alfano, presentata da M5S e Sel.

La mozione è stata bocciata con 226 “no”. I voti contrari alla mozione sono stati 226; i favorevoli 55, 13 gli astenuti. I senatori presenti alla votazione sono stati 295, i votanti 294. La maggioranza richiesta era di 148 voti. Contro la mozione hanno votato tutti i gruppi della maggioranza (Pd, Pdl, Scelta Civica, Gal, autonomie); a favore Sel e M5S. Ad astenersi sono stati i senatori della Lega Nord. Alcuni senatori pd in dissenso dal loro gruppo, come Laura Puppato, non hanno partecipato al voto.

A favore di Alfano e quindi contro la mozione di sfiducia hanno votato Pdl, Pd e Lega Nord. Scelta civica, pur con mille perplessità, ha annunciato il suo no alla sfiducia con l’intervento di Pier Ferdinando Casini in Aula.
M5S e Sel, che hanno presentato la mozione, hanno votato sì.

Non c’è stato, come ci si aspettava, uno sfondamento del “sì” fra i senatori del Pd. A parte pochi astenuti, il Pd ha votato compatto per il “no”.

Il magistrato Felice Casson, del Pd, è stato protagonista di un incidente: ha votato per sbaglio sì. “Passando sotto i banchi del governo per errore ho detto sì” alla sfiducia ad Alfano. “Deve intendersi no”, ha detto Casson prendendo la parola al termine della votazione di sfiducia. “È stato un errore – spiega – come si può evincere da questo ho detto stamane”. Un errore dettato dall’inconscio, forse, visto che il suo era stato uno degli interventi più duri contro la gestione del caso Ablyazov.

A dare una dimostrazione di compattezza del governo e di voglia di combattere frontalmente contro i dubbi sollevati sul caso Ablyazov dalle opposizioni e dai giornali, il premier Enrico Letta è in Senato, al fianco del suo vice e ministro Alfano.

Ha dichiarato Letta:

Il no alla sfiducia ad Alfano è una nuova fiducia al governo“.

“Il comportamento dell’ambasciatore del Kazakhstan è inaudito”

“L’espulsione della moglie di Ablyazov e della sua figlioletta è per noi motivo di imbarazzo e discredito”. I vertici del governo, e quindi anche Angelino Alfano, non sapevano e non sono stati coinvolti nella vicenda Ablyazov, ha ribadito Letta sottolineando che la linea è quella della ”totale trasparenza”.

“La relazione Pansa è approfondita, corretta e non fa sconti” e disegna “fatti che lasciano attoniti e che nel 2013 non devono più accadere”.

“Basta con lo stato di precarietà permamente. È qualcosa che non mi appartiene come il tic costante del complotto e del mito del nemico brutto, sporco e cattivo nascosto dietro gli avversari politici”.

Il premier ha concluso così il suo discorso: “Sono educato ma non debole. Onorerò i miei impegni“. Al termine del discorso del premier Enrico Letta in aula al Senato dai banchi della maggioranza è scattato un applauso e poi i senatori di Pdl, Pd ed Sc si sono alzati in piedi. Anche il Cavaliere Silvio Berlusconi si è alzato applaudendo alle parole del presidente del Consiglio. Fermi, invece, i senatori di Sel, Lega e Movimento 5 Stelle che non hanno applaudito l’intervento di Letta.

Dissenso nel Pd. “Io e alcuni senatori del Pd ci asterremo”: alla fine di un intervento interrotto dalle ripetute proteste dell’Aula, Laura Puppato ha annunciato la sua astensione e quella di altri senatori democratici sulla mozione di sfiducia al ministro dell’Interno Angelino Alfano.Il presidente del Senato Pietro Grasso ha invitato ripetutamente la Puppato a dichiarare se avrebbe votato sì o no alla mozione di sfiducia. Alla fine la senatrice ha detto che “non voterà la fiducia”. Un po’ confusa, anche perché disturbata dalle proteste, la Puppato non è riuscita a chiarire in un primo momento se lei e gli altri dissidenti avrebbero abbandonato l’Aula o si sarebbero astenuti. Poi ha spiegato abbandonerà l’Aula al momento del voto. Del resto, fosse rimasta, sarebbe stato come un voto contrario: l’astensione al Senato equivale al voto contrario.

Sel, Loredana De Petris: “E adesso votiamo che Cristo era morto di freddo”.

Duro intervento della senatrice di Sel Loredana De Petris. La De Petris ha criticato, tra l’altro, il fatto che il voto di oggi sia stato posto come una fiducia all’intero governo. “Il gruppo del Pd – ha attaccato – oggi voterà contro la mozione di sfiducia perché, alla difesa della verità e della dignità, antepone quella di una maggioranza e di un governo. Poiché questo esecutivo è nato come risposta a uno stato di necessità, allora in nome di questo stato di necessità si deve votare tutto. Potrebbe anche accadere che la prossima settimana si chieda, in nome della difesa del governo, di votare la mozione che Cristo è morto di freddo!”.

Movimento 5 Stelle: Nicola Morra ricorda Borsellino ma sbaglia il nome. Al termine dell’intervento del capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Nicola Morra, che ha citato la ricorrenza della strage che ha portato alla morte del giudice Borsellino i senatori grillini si alzano in piedi sventolando delle agende rosse per ricordarlo. I senatori vengono ripresi dal presidente Pietro Grasso che, tra l’altro, ironizza sulla citazione “sbagliata” fatta da Morra che ha parlato di Salvatore Borsellino e non di Paolo: ”Noi – dice Grasso – dobbiamo ricordare Paolo Borsellino, non mi sembra che Salvatore Borsellino sia” nelle condizioni di dover essere ricordato. Morra ammette l'”errore” e china la testa con i palmi delle mani rivolti in avanti in segno di scuse.

Pdl, l’intervento di Renato Schifani:

“Noi siamo uniti su Alfano: non vogliamo che le tensioni interne di alcuni partiti possano scaricarsi sul governo. Noi ribadiamo la fiducia al governo, il paese non può consentirsi baratri che vedrebbero gli italiani piombare in una crisi ancora più grave di quella che stiamo vivendo. Le tensioni politiche vanno tenute al di fuori di questa vicenda. Noi siamo stati educati da Berlusconi al principio della responsabilità: non ci nascondiamo dietro un dito quando abbiamo problemi da sollevare ma non vorremmo che le tensioni interne ad altri partiti possano offuscare le larghe intese. Siamo un partito che ha vissuto e vive momenti delicati, giorni delicati: ma Berlusconi ci dà l’esempio: abbiamo fiducia nella giustizia, e crediamo che la sua innocenza verrà sicuramente conclamata da qui a qualche giorno”, ha concluso tra gli applausi dei senatori del Pdl che si sono tutti alzati in piedi ad applaudire.

Pd, l’intervento di Luigi Zanda non risparmia critiche ad Alfano sull’operazione Ablyazov:

Alfano “valuti se nell’agenda della sua giornata ci sia abbastanza tempo per l’incarico di vicepremier, di ministro dell’Interno e di segretario del Pdl”. Così il capogruppo del Pd Luigi Zanda al Senato, dichiarando che il Pd non voterà la sfiducia ad Alfano per sostenere il governo ma che Alfano deve ancora “chiarire” sul caso Ablyazov. ”Respingiamo la mozione contro Alfano, ma ricordiamo che servitori dello Stato devono essere non solo i funzionari di polizia ma anche i ministri della Repubblica”. dice Zanda. Il Pd voterà no alla sfiducia ad Alfano nella “piena coscienza della necessità di assicurare continuità all’azione del governo, ma anche sapendo quanto il caso sia ben lungi dal potersi considerare chiuso”. Zanda chiede “piena trasparenza dei fatti” sul caso Ablyazov. “È nostro dovere esprimere un giudizio molto severo sull’espulsione di Shalabayeva, su modalità, responsabilità degli apparati e anche responsabilità politiche dell’autorità politica”.

Parla Zanda, Berlusconi scuote la testa. Poi fischi e buu contro la Puppato:

Gelo nei banchi del Pdl durante l’intervento del capogruppo del Pd Luigi Zanda che è stato molto duro nei confronti del ministro Alfano. In vari passaggi dell’intervento Berlusconi ha scosso la testa e scambiato sguardi con il vicepremier Alfano, seduto ai banchi del governo. Alcuni senatori del Pdl hanno poi fatto alcuni rumoreggiamenti. Applausi dai banchi del Pd e di Sel al termine dell’intervento del capogruppo.

La tensione si è, poi, di fatto “sfogata” sull’intervento successivo, quello di Laura Puppato (che ieri si è astenuta nel voto del gruppo del Pd sul no alle mozioni di sfiducia del ministro Alfano) che ha chiesto di intervenire in dissenso rispetto al proprio gruppo. Dai banchi del Pdl sono partiti fischi e qualche ‘buuuu’, qualcuno ha rumoreggiato e attaccato ”non è in dissenso!”, riferendosi evidentemente alla durezza delle parole utilizzate da Zanda nei confronti di Alfano. Il presidente Grasso è stato costretto più volte a intervenire per consentire alla senatrice di terminare il suo intervento ma chiedendole anche di specificare il suo voto e di stare nei tempi consentiti per questo tipo di interventi visto, anche, che dai banchi del Pdl in più di qualcuno in piedi indicava il proprio orologio per chiederle di chiudere. L’intervento della Puppato è stato applaudito dai banchi del Movimento 5 Stelle.