Pontida di Salvini: “La ruspa contro Renzi”. Poi sui rom altro attacco al Papa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Giugno 2015 - 10:57 OLTRE 6 MESI FA
Pontida di Matteo Salvini: la ruspa anti-rom accanto ad Alberto da Giussano

(Foto da Twitter)

PONTIDA (BERGAMO) – “La ruspa la uso contro Renzi. Il Papa? Mi fa piacere a Torino abbia trovato il tempo per incontrare dei rom e sono sicuro che avrà incontrato anche i torinesi esodati. Non mi permetto di attaccare il Papa, io sono l’ultimo dei buoni cristiani, ma rispetto chiama rispetto“. E’ la Pontida di Matteo Salvini. “Siamo qui per vincere” è il titolo del tradizionale raduno annuale di Pontida. ”L’anno scorso eravamo qua per ricostruire e ripartire. Quest’anno siamo ripartiti e siamo qua per vincere. Abbiamo le idee e gli uomini giusti, vogliamo prendere un voto in più di Renzi e andare al governo a cambiare le cose”, ha detto Matteo Salvini parlando coi giornalisti al suo arrivo a Pontida. “Non dirò più vaffanculo”, ha replicato il segretario. E su Umberto Bossi: “Bossi archiviato? No, noi non archiviamo nessuno, non pugnaliamo nessuno. Siamo riconoscenti nei confronti di chi ci ha portato fino a qua, a differenza di Renzi che se ne fotte di tutto e di tutti”.

L’edizione 2015 si prevede ricca di novità e particolarmente affollata: sul pratone c’è il tutto esaurito. Circa 200 i pullman in arrivo da tutta Italia. Tra i simboli, oltre al tradizionale Alberto da Giussano, quest’anno c’è la ruspa con cui Matteo Salvini vorrebbe smantellare i campi rom:  “La ruspa fa giustizia di tanti errori. La ruspa la uso per Renzi non per qualcun altro. La ruspa la usiamo per far ripartire il lavoro”, ha spiegato Salvini.

Sul palco attesi il fondatore del Carroccio, Umberto Bossi, l’ex ministro Roberto Calderoli, il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni e quello del Veneto Luca Zaia, oltre ovviamente al leader Matteo Salvini.

Sul pratone ci sono anche alcune decine di bandiere dal Centro e dal Sud Italia, sul pratone di Pontida, che si sta via via riempiendo. Dove, in mezzo ai leghisti arrivati per il tradizionale raduno in provincia di Bergamo, ci sono anche delegazioni del movimento “Noi con Salvini” per esempio dalle Marche, dalla Puglia, dalla Basilicata. Ma, in un particolare mix di slogan, resta soprattutto la parola ‘indipendenza’ a muovere il popolo della Lega, che sta arrivando impugnando orgogliosamente centinaia di bandiere ‘nazionali’ delle regioni del Nord.

L’INTERVENTO DI BOSSI – “Caro Renzi, i voti non sono niente anche in democrazia, se non sono finalizzati a cambiare il Paese. Se il Paese resta sempre uguale, allora non sono importanti i voti”, ha detto Umberto Bossi dal palco di Pontida. Il presidente della Lega ha sostenuto che per il suo Movimento non è necessario fare alleanze a tutti i costi, se non con chi condivide un progetto di un “nord che non vuole più essere schiavi odi uno stato italiano rimasto fascista. Noi non chiediamo i voti per i voti ma per fare le riforme e cambiare il Paese. Spero che la Lega sia ancora così.  Secondo Bossi, il “il Paese rischia di andare a picco”. E chiunque lo governerà, dunque, sarà in difficoltà. “I giovani che non lavorano… fra qualche anno sarà il dramma, sarà la guerra civile. Saranno senza pensione, allora vedremo che i giovani non saranno tolleranti come adesso, andiamo incontro a un futuro fosco”.