Roma, No Tav all’assalto del circolo Pd: “Erano bestie mosse da odio bestiale”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Novembre 2013 - 20:27 OLTRE 6 MESI FA
Un momento della protesta No Tav a Roma (Foto Lapresse)

Un momento della protesta No Tav a Roma (Foto Lapresse)

ROMA – “Bestie mosse da odio bestiale”. Giulia Urso, segretaria della sezione del Pd in via dei Giubbonari a Roma definisce così la ventina di No Tav che hanno fatto irruzione nel circolo. Urlavano “Fascisti”, non sentivano spiegazioni e hanno anche dato un pugno a un militante. Il tutto perché la sede del Pd vicina a Campo de’ Fiori, dove era in corso la protesta No Tav, rappresentava quel Pd che aveva appena salvato Anna Maria Cancellieri dal voto di sfiducia, nonché il Letta di governo che in summit con Francois Hollande ribadiva l’importanza della Torino-Lione.

La cronaca racconta di un tentato assalto ad una delle sezioni storiche del Pd, quella dei Giubbonari, preceduto da un blitz davanti la sede nazionale del Pd sventato dall’intervento della polizia. Poco dopo il voto sulla mozione di sfiducia contro il ministro Cancellieri la rabbia degli antagonisti, de movimenti e dei No Tav, a Roma per protestare contro il vertice Italia-Francia, si è scagliata anche contro il Pd. In venti, incappucciati e con le bandane No Tav hanno tentato il blitz alla sezione Giubbonari quando dentro c’erano sette militanti.

Erano bestie mosse da un odio bestiale”, dice ancora impaurita Giulia Urso, segretario della sezione che ha “tentato di parlare con quei ragazzi, capire le loro motivazioni, la loro protesta ma non mi stavano proprio a sentire, per loro ero il Pd e basta e mi odiavano per questo“. “Ci urlavano fascisti, pezzi di m…. -dice ancora il segretario- hanno dato un pugno ad un militante che è rimasto ferito, hanno tentato di avventarsi contro le finestre per spaccarle ma hanno tutte le grate e non ci sono riusciti”.

Giulia Urso, assieme agli altri sei iscritti alla sezione, ha cercato di contenerli e di non reagire “ma quando ho visto che se la prendevano con i nostri simboli non ci ho visto più”. Ma a quel punto, considerata la situazione che stava degenerando, la polizia ha detto ai militanti di chiudersi dentro la sezione. “Così abbiamo fatto, eravamo sequestrati. Mai successa una cosa così”, dice un iscritto. Fuori gli incappucciati allora se la sono presa con i simboli appunto. Hanno divelto i dazebao dove vengono esposte le pagine dell’Unità e hanno usato le strutture in ferro come spranghe. E poi hanno imbrattato la targa, dove è incisa la falce e il martello. “Quei simboli sono rimasti anche con i Ds, anche con l’Ulivo -spiega un militante- ora li hanno imbrattati, ci hanno scritto sopra No Tav e la A dell’anarchia”. La targa della storica sezione, già casa del Fascio liberata nel ’44 dai partigiani, oltre alla falce e il martello riporta la dicitura “Sezione Regola Campitelli Guido Rattoppatore” e ricorda appunto un partigiano fucilato a Forte Bravetta. In serata Gianni Cuperlo, uno degli sfidanti alle primarie del Pd che qui a Giubbonari ha vinto come in tutta Roma, va a dare la sua solidarietà di persona. “L’assalto alle sedi dei partiti è un comportamento fascista -dice- tutti possono criticare il Pd ma quello che è successo in questa sezione non si può tollerare”. E il segretario Guglielmo Epifani esprime “riprovazione” per “azioni di estremisti che non ci intimidiscono”.