VIDEO YOUTUBE Nonno Isis: Muhammed Amin jihadista a 81 anni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Giugno 2016 - 13:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Muhammed Amin ha 81 anni, origini cinesi, ed è il jihadista dell’Isis più anziano. Un vero e proprio nonno Isis che mette paura alla Cina e che è stato riproposto dallo Stato islamico per alzare il morale alle truppe che difendono Fallujah. L’Isis per la sua propaganda ha diramato le foto del nonno jihadista, membro della minoranza musulmana nello stato cinese dello Xinjiang. Amin ha raccontato in un video di aver lasciato il suo paese dopo la morte del figlio, che lottava come jihadista in Siria, e di aver portato con sé tutto il resto della famiglia.

Franco Iacch su Il Giornale scrive che proprio il nonno Isis invita i combattenti dello Stato islamico a resistere e ad andare avanti nella lotta, ma la storia che si nasconde dietro ad Amin “è particolare”:

“Lo scorso anno, nel suo primo video di propaganda diffuso sulla rete, il terrorista raccontò di aver subito per 60 anni l’oppressione cinese nel Turkestan. “’Ho compiuto la mia Egira (cammino religioso) accompagnato dai miei quattro nipoti, mia figlia e mia moglie. Ho raggiunto lo Stato islamico e ho compiuto l’addestramento nonostante la mia età. Dopo aver ricevuto un’arma, ho chiesto il permesse di andare a combattere, ma non mi hanno concesso tale onore”.

All’epoca del video, presumibilmente realizzato in Siria, l’uomo era stato immortalato mentre visitava alcune postazioni jihadiste, elargendo consigli ai più giovani. Il governo cinese, lo scorso anno, in una dichiarazione ufficiale lanciò l’allarme terrorismo localizzato nello Xinjiang. Secondo Pechino, centinaia di musulmani residenti nel nord-ovest della Cina avrebbero lasciato il paese per addestrarsi in Siria ed Iraq. Molti membri della minoranza uigura, tradizionalmente legati ad una forma moderata dell’Islam, hanno iniziato ad adottare pratiche più severe, le stesse osservate in Arabia Saudita o in Afghanistan, come il velo integrale per le donne. Il governo cinese, in risposta, ha emanato delle restrizioni sull’abbigliamento islamico, vietando l’uso dei veli in pubblico. La Cina teme che il pensiero jihadista del califfato possa alimentare disordini e violenze nello Xinjiang dove la spinta indipendentista è fortemente osteggiata dal governo”.