YOUTUBE Chapecoense. “Thiaguinho, diventerai papà”, muore sull’aereo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Novembre 2016 - 09:22 OLTRE 6 MESI FA
Chapecoense. "Thiaguinho, diventerai papà", muore sull'aereo

Chapecoense. “Thiaguinho, diventerai papà”, muore sull’aereo

ROMA – Chapecoense. “Thiaguinho, diventerai papà”, ma lui muore sull’aereo. Tante storie spezzate, tante preghiere inesaudite su quell’aereo maledetto. Come la storia di Thiaguinho, giovane promessa ventiduenne, che con la squadra rivelazione del Chapecoense sperava di aver raggiunto il trampolino per il grande calcio e per metter su famiglia. Solo una settimana fa la moglie, insieme ai compagni di squadra, l’aveva commosso con l’annuncio che stava per diventare papà.

Sua moglie Graziele e i colleghi del club gli avevano preparato un video con regalo propiziatorio, musica romantica e messaggi di congratulazioni assortiti. Una cosa semplice, fra amici, che dopo la tragedia del disastro aereo è diventato lo straziante manifesto di ciò che poteva essere e che non è stato.

Come per Gimenez, che sognava l’Italia. Una strada che si era aperta anche grazie alla possibilità di un passaporto comunitario. I sogni di Gimenez, 21, anni, laterale destro, si sono infranti sulle montagne della Colombia. Il calciatore della Chapecoense è morto nello schianto dell’aereo, con a bordo tutta la squadra. Nella sciagura di Medellin, sei i sopravvissuti su 81 passeggeri, tre di loro suoi compagni di gioco: Alan Ruschel, Jackson Follmann e Helio Zampier.

“Un destino crudele”, ha detto all’ANSA il brasiliano Wagner Cruz, agente di calciatori, che stava in contatto con l’agente di Gimenez proprio per parlare di Italia. “Una promessa, un nome fortissimo. Ha fatto una stagione bellissima. Era pronto per grandi club”, ha detto l’agente dei calciatori della Artsport, Leonardo Cornacini che, raggiunto telefonicamente, fa capire cosa significa questa tragedia: “Tutto il Brasile da nord a sud piange in nostri ragazzi. A bordo c’erano tanti amici, non solo calciatori. C’erano giornalisti, c’era Mario Sergio, ex calciatore e commentatore amato e famoso, il giovane allenatore, 51 anni, Caio Júnior. Oggi è un giorno molto confuso. Ancora stento a crederci. La vita è fragile”.