Bud Spencer, “antifascisti” su Facebook: “Una testa di c… in meno al mondo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Giugno 2016 - 19:15| Aggiornato il 1 Luglio 2016 OLTRE 6 MESI FA
Bud Spencer, antifascisti su Facebook: "Una testa di c... in meno al mondo"

Bud Spencer, antifascisti su Facebook: “Una testa di c… in meno al mondo”

ROMA – “Una testa di cazzo in meno al mondo”: queste erano le parole con cui l’utente Facebook Marco Bonini ha commentato la morte di Bud Spencer. Il commento era accompagnato da una foto col manifesto della candidatura di Bud Spencer (all’anagrafe Carlo Pedersoli) con Forza Italia alle elezioni regionali del Lazio, in appoggio al presidente Francesco Storace. Il commento e la foto sono stati ripresi dalla pagina Facebook “Osservatorio antifascista”. 

Pagina che si definisce “Osservatorio su episodi di fascismo, razzismo, xenofobia, sessismo, intolleranza e antisemitismo sul web in chiave ironica“. Un utente commenta: “Che troll sta pagina, ammetto di esserci cascato, ma veramente è un grandissimo troll ahahahhahahahah”.

Quindi Osservatorio Antifascista è un troll, cioè una pagina da non prendere sul serio? Sembrerebbe di sì, guardando l’evento della “Pastasciuttata antifascista” organizzato per il 25 Aprile 2017, evento per il quale, si legge “stiamo cercando di coinvolgere il grande compagno cantautore Zucchero Fornaciari per deliziarci con il suo ultimo capolavoro Partigiano reggiano“.

La prende sul serio invece il quotidiano Libero, che dedica alla faccenda un articolo, scritto da Francesco Specchia:

Non so, onestamente, se il vecchio Bud – il dio burbero dei nostri piccoli affetti – li avrebbe presi a sganassoni, come fece, negli anni 60, con quell’incauto indio Yanomami che sbarrava la strada alla sua asfaltatrice nel cuore dell’ Amazzonia, O se, invece, avrebbe fischiettato Futtetenne, «Fregatene», il brano-guida del suo primo disco che fu anche la sua weltanschauung, il rumore di fondo d’ una vita arruffata. Non so. Non so se come avrebbe reagito il gentile Carlo Pedersoli/Bud Spencer all’idiozia invincibile che ieri emergeva dal profilo Facebook del sedicente «Osservatorio antifascista». Da dove, alla scoperta che alle Regionali del 2005 Bud si candidò per Forza Italia (non era mai stato di sinistra in vita sua…) è scattato un commento: «Fino a pochi minuti fa noi di Osservatorio Antifascista piangevamo le morte di Bud Spencer, ora non più», seguito dallo sdrucito manifesto elettorale di Bud.

Seguito, a sua volta, da commento di tal Marco Bonini: «Bene, una testa di cazzo di meno al mondo». Frasi stridenti, urticanti, inutilmente cattive. Frasi pronnunciate, tra l’ altro, proprio nel giorno in cui, dinnanzi alla bara del gigante buono in Campidoglio, il mondo intero piangeva. E fiumane di fan continuavano ad accalcarsi, a posare fiori, pizzini di disarmante affetto, perfino una scatola di fagioli che diventava una citazione metafilmica, riferita a un titolo culto dello stesso Spencer, Anche gli angeli mangiano fagioli col compianto Giuliano Gemma. Naturalmente, nel giro di dieci minuti della pubblicazione del post suddetto, altre centinaia, ne hanno seppellito la vergogna.

Attacchi a raffica, in quadrata falange contro, l’«Osservatorio»: roba che varia dal compassionevole («un campione dello sport, e non solo, che ha fatto divertire e ridere generazioni di italiani, una persona che chi l’ ha conosciuto ha speso solo parole positive nei suoi confronti. Siete voi la feccia della società italiana, ripeto vergognatevi!»); all’ istintivo («Pensa che merde che siete per la morte di qualcuno esultate»); al creativo («Per quanto miserabili, sarete ricordati altrimenti il vostro passaggio sulla terra avrebbe lasciato lo stesso segno di una scoreggia»); perfino allo storico («Almeno lo avreste provato il fascismo…. avreste una giustificazione che innanzi alla morte di Bud Spencer altresì c’ entra come nella briscola l’ asso di picche quando comanda bastoni…. ecco cosa vi provocano le canne!!!!»). Naturalmente il tutto veniva condito dalla rettifiche di postatori «di sinistra e antifascista vera» che si dissociava; e di sostenitori di destra -diciamo- accesa che non lesinavano epiteti ineleganti, «Zecche, zecche comuniste, zecche maledette dovete bruciare…».