Dunkirk, la vera storia. La ritirata di Dunkerque: 338.226 uomini salvati dai nazisti

di Redazione blitz
Pubblicato il 1 Agosto 2017 - 08:47| Aggiornato il 18 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
Dunkirk, la vera storia: cos'è successo realmente nella battaglia Dunkerque

Dunkirk, la vera storia: cos’è successo realmente nella battaglia Dunkerque

ROMA – Dunkirk, il film in uscita di Christopher Nolan, racconta l'”Operazione Dynamo“, uno degli episodi chiave della Seconda guerra mondiale. In quei giorni, tra il 27 maggio e il 4 giugno 1940, si consumò la ritirata di oltre 200 mila uomini del corpo di spedizione britannico e di 120 mila soldati francesi dalla città francese di Dunkerque, circondati dai panzer tedeschi.

La battaglia di Dunkerque è stata uno dei momenti di svolta della prima fase del secondo conflitto mondiale. Il 10 maggio 1940 il Comando supremo dell’esercito tedesco, l’Oberkommando des Heeres, lanciò l’operazione “Caso giallo” (Fall Gelb), un’offensiva lungo il fronte occidentale che prevedeva di invadere la Francia attraverso Olanda e Belgio. L’avanzata fu così rapida che in tre giorni le divisione corazzate della Wehrmacht raggiunsero le rive della Mosa.

I Paesi Bassi vennero costretti alla resa e le truppe francesi, insieme con il corpo di spedizione britannico, furono spinte verso Nord in copertura del Belgio, fino alla Manica. Le truppe alleate vennero così schiacciate nella sacca di Dunkerque, nel Nord-Est della Francia. Il 20 maggio un battaglione della seconda divisione corazzata della Wehrmacht arrivò nel centro di Abbeville, sulla Manica, chiudendo di fatto le truppe nemiche nella sacca.

Con la presa di Abbeville l’offensiva era arrivata a un punto di svolta. Ma in quel momento la Germania decise di interrompere le operazioni contro la sacca di Dunkerque. Il 24 maggio Hitler ordinò di fermare l’offensiva. In questo modo i soldati inglesi, e i vertici della marina britannica, riuscirono a riorganizzarsi per preparare l’evacuazione.

L’intero piano venne gestito dal vice ammiraglio Bertram Home Ramsay in stretto contatto con il premier inglese Winston Churchill. I soldati erano stipati tra il porto e la spiaggia. L’operazione prese il via il 27 maggio, ma il primo giorno vennero evacuati solo 7 mila soldati. Nei giorni successivi la macchina dei soccorsi iniziò a funzionare a pieno regime.

Ramsay impiegò una vasta flotta di navi civili a fianco di quelle della marina militare. Oltre a una quarantina di cacciatorpedinieri vennero usate navi da pesca e persino scialuppe di salvataggio.

Le operazioni si fecero più complicate ad inizio giugno, quando i bombardamenti dell’artiglieria tedesca e della Luftwaffe diventarono più serrati, con l’abbattimento di diversi caccia Raf e l’affondamento di tre cacciatorpedinieri e due traghetti usati per portare a termine i salvataggi. Le operazioni si conclusero ufficialmente il 4 giugno. Complessivamente in nove giorni vennero salvati 338.226 soldati, tra i quali 120 mila francesi. Nel complesso persero la vita 68 mila uomini del corpo di spedizione britannico e 40 mila soldati francesi.

L’operazione Dynamo passò alla storia come “miracolo di Dunkerque”. Una ritirata che venne vista più come come una vittoria che come una sconfitta. Anche se Churchill smorzò i toni: “Dobbiamo stare molto attenti a non assegnare a questa liberazione gli attributi della vittoria. La guerra non si vince con le evacuazioni”.