“Ghost in the shell”: Scarlett Johansson eroina cyber-punk nel manga dal 30 marzo al cinema – TRAILER FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Marzo 2017 - 18:07 OLTRE 6 MESI FA

“Ghost in the Shell” con Scarlett Johansson, Juliette Binoche e Michael Pitt, nei cinema da giovedì 30 marzo, è una storia ambientata in un Giappone futuristico dai toni cyber-punk.

Basato sul manga fantascientifico “Ghost in the Shell”, famoso in tutto il mondo, è la trasposizione cinematografica della saga di Major, un singolare ibrido umano-cyborg delle operazioni speciali a capo della task force d’elite Section 9. Impegnata a contrastare i più pericolosi criminali ed estremisti, Section 9 affronta un nemico il cui unico obiettivo è eliminare gli sviluppi di cyber tecnologia della Hanka Robotics.

Il “Maggiore” Mira Killian Kusanagi (Scarlett Johansson) è un cyborg a capo della sezione di Sicurezza Pubblica numero 9, un’organizzazione antiterrorismo cibernetico gestita dalla Hanka Robotics.

Recuperato da un incidente mortale, il corpo biologico del Maggiore è stato sostituto con uno shell, un involucro-hardware completamente artificiale e superpotente, ma il ghost, cioè l’anima, il software, è quello di una donna salvata da morte certa. La natura ibrida del Maggiore è il motivo di un conflitto interno che rende ancora più tormentato il personaggio della protagonista. Nel frattempo la Section 9 si ritrova a dover affrontare un nuovo nemico, Kuze (Michael Pitt), pronto a tutto pur di sabotare la Hanka Robotics.

L’opera fondamentale è il manga Ghost in the Shell, di Masamune Shirow, pubblicato per la prima volta in Giappone sullo Young Magazine, nel 1989. I sequel disegnati dallo stesso Shirow sono Ghost in the Shell 1.5: Human-Error Processor, uscito in un volume unico nel 1996, e Ghost in the Shell 2: ManMachine Interface, uscito in un volume unico nel 2001.

Il film, distribuito in formato DMAX e 3D, per la sceneggiatura di Jamie Moss e la regia da Rupert Sanders, vede nel cast degli attori Scarlett Johansson, Pilou Asbæk, Takeshi Kitano, Juliette Binoche e Michael Pitt.

La scelta della Johansson come attrice protagonista aveva scatenato in Giappone e non solo parecchie polemiche: l’accusa è di whitewashing, dal momento che nel manga originale la protagonista, Motoko Kusanagi, ha tratti tipicamente asiatici. Nell’aprile 2016 ScreenCrush ha rivelato che la Paramount aveva effettuato dei test per ritoccare con la grafica il volto di Scarlett Johansson per renderla più asiatica, scatenando ulteriori polemiche. La Paramount ha risposto che i test erano stati abbandonati da tempo e che non avevano mai coinvolto l’attrice.

Sam Yoshiba, direttore della divisione commerciale della Kōdansha, azienda che detiene i diritti del manga, ha appoggiato la scelta della star americana: “Guardando la sua carriera, ritengo che il casting di Scarlett Johansson sia una buona scelta. Ha un’aria cyberpunk. E noi non abbiamo mai pensato che sarebbe stata un’attrice giapponese… questa è un’opportunità per far conoscere al mondo una proprietà giapponese”.

Il produttore Steven Paul, rispondendo alle accuse, ha detto che l’ambientazione del film è un “mondo internazionale”, aggiungendo che “Ci sono tutti i tipi di persone e nazionalità nel mondo di Ghost in the Shell. Ci sono giapponesi, cinesi, inglesi e americani”. Anche Mamoru Oshii, regista dell’anime omonimo e del sequel, ha approvato la scelta di Scarlett Johansson. Tra l’altro nel materiale promozionale il personaggio protagonista non viene mai chiamato col suo nome (giapponese), ma semplicemente “The Major”.