Leonardo Di Caprio: una cacio e pepe val più di un Oscar…

di Sergio Carli
Pubblicato il 17 Gennaio 2016 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Leonardo Di Caprio: una cacio e pepe val più di un Oscar...

Leonardo Di Caprio a Roma per la presentazione del suo film Revenant

ROMA – A Leonardo Di Caprio, impassibile e flemmatico davanti al successo, una sola cosa gli ha fatto perdere la calma, la pasta cacio e pepe e la mozzarella col prosciutto. Così, venerdì 15 gennaio 2016, prima di partire per Parigi, riferisce l’Ansa che Leonardo Di Caprio

“con l’immancabile madre e corte di amici, il regista e i capi della Fox, tra cui Osvaldo De Sanctis, ha fatto aprire il ristorante di Trastevere a Roma, L’Antica Pesa, prima del previsto”,

alle 18, perché alle 20 il volo privato che doveva portarlo a Parigi doveva decollare da Ciampino. Un’ora per la cena e poi un’ora per correre all’aeroporto.

Il menù comprendeva antipasti tra cui “mozzarella in foglia scottata” e prosciutto, che sarebbe, sempre secondo l’Ansa, il “piatto preferito da Leonardo Di Caprio”,

“poi tagliolini al tartufo e assaggio di cacio e pepe“,

che, garantiscono gli intenditori, è uno dei piatti più semplici da pensare e più difficili da realizzare. Tutto dipende infatti dal giusto e delicato equilibrio fra formaggio pecorino e pepe.

Al contrario della cacio e pepe, assicura Francesca Pierleoni dell’Ansa,

“neanche 12 nomination agli Academy Awards per l’epico Revenant – Redivivo di Alejandro G. Inarritu, storia del cacciatore ed esploratore Huigh Glass in sala in Italia da sabato 16 gennaio 2016 in 500 copie con 20th Century Fox e l’essere considerato grande favorito per quella statuetta, che nelle cinque precedenti candidature gli è sfuggita, fanno perdere la flemma a Leonardo Di Caprio.

”Ci ha entusiasmato la grande attenzione data al film dall’Academy”

ha detto l’attore, fresco di vittoria al golden Globe, elegante in pantaloni e camicia grigia, con giacca nera, che dopo l’anteprima e il bagno di folla a Roma, ha incontrato con il regista i giornalisti:

“È bello essere apprezzato dai colleghi, ma non sono gli Oscar a motivarmi. Quando sei su un set non pensi a vincerne uno ma speri di fare un’opera d’arte che resti nel tempo”.

Che Leonardo Di Caprio sia un grande, grandissimo attore, non serve nessun Oscar a dimostrarlo, basta guardarlo recitare, da uno dei suoi primissimi film, Buon compleanno Mr. Grape (What’s Eating Gilbert Grape), per cui andò a un pelo dall’Oscar già allora, a soli 19 anni, grazie alla superba interpretazione di un ragazzo handicappato. Tanto la carriera di Leonardo Di Caprio fu segnata da quel film che ancora nel 2016, alla premiazione dei Golden Globe, ha detto di esserne “molto fiero“.

Nonostante il nome e il cognome italiani e la religione cattolica, Leonardo Di Caprio è italiano solo per una frazione; nel suo sangue entrano anche gocce di sangue tedesco e russo. Leonardo Di Caprio è

nato a Los Angeles, in California, l’11 novembre 1974. Il padre, George Di Caprio, è un autore di fumetti indipendente statunitense, nato a Los Angeles come americano di quarta generazione con antenati tedeschi e italiani; la madre, Irmelin Indenbirken, è una segretaria tedesca, nata a Oer-Erkenschwick da padre tedesco e da madre russa, immigrata in Germania da giovane.

“Figlio unico, Di Caprio ricevette un’educazione cattolica. Fu chiamato Leonardo perché diede il primo calcio mentre la madre, incinta, osservava un dipinto di Leonardo da Vinci in un museo in Italia. I suoi genitori si separarono quando compì un anno e crebbe con la madre nella periferia di Los Angeles; i suoi genitori hanno successivamente contratto altri matrimoni”.

Nel film di Inarritu, già premio Oscar nel 2015 per Birdman, spiega Francesca Pierleoni, Leonardo Di Caprio

si cala nei panni di Hugh Glass, leggendario cacciatore ed esploratore,realmente esistito nell’America della Grande Frontiera, che nel 1823, durante una spedizione tra Missouri e South Dakota, venne ferocemente attaccato da un orso Grizzly (sequenza resa da una sequenza d’incredibile realismo), e creduto morto fu abbandonato dai compagni. L’uomo gravemente ferito, riuscì a sopravvivere ed attraversare da solo 300 km,resistendo ai ghiacci invernali e gli attacchi degli indiani Arikara in difesa del loro territorio.

Leonardo Di Caprio ha girato per otto mesi tra Canada e Argentina, fino al Polo Sud, ed ha voluto rinunciare alla controfigura, tra tuffi nell’acqua gelata, scene in cui mangia realmente pesce e fegato crudi e si arrampica sulle montagne con addosso pesanti pelli d’orso. ”Inarritu e il direttore della fotografia Emmanuel ‘Chivo’ Lubezki volevano creare un’esperienza il più possibile interattiva con il pubblico, far percepire quello che a livello viscerale vivono i personaggi, non ho visto altri film in grado di sviluppare un legame così profondo tra incredibile epicità dei paesaggi e sentimenti intimi dei protagonisti”, spiega DiCaprio.

Per tenere viva l’attenzione del pubblico, poi ”da parte mia – dice – c’è una recitazione molto fisica, visto che sapevo dall’inizio che sarebbe stata una performance in gran parte muta (Glass ha ferite alla gola che per parte della storia gli impediscono di parlare,ndr )”.

L’attore, classe 1974, da anni impegnato nella battaglia ambientalista, considera ”l’epopea di Glass molto simbolica, se la sono raccontata intorno al fuoco tante generazioni di uomini di frontiera. Racchiude la capacità dell’uomo di sopravvivere alla natura e di conquistarla, ma mostra anche come continuiamo a non saper imparare dalla storia. Noi raccontiamo la prima ondata verso ovest, poi c’è stata la corsa all’oro e al petrolio. L’uomo per avidità ha continuato a violare i diritti delle popolazioni indigene, a danneggiare paesaggi e persone, sfruttandone le risorse”.

Durante il film ”ho anche toccato con mano le conseguenze del cambiamento climatico. Passavamo nell’arco di poco tempo da ambienti aridi ad altri innevati, faceva molta paura vedere come anche il cambiamento di un solo grado potesse avere conseguenze devastanti, e il 2015 è stato l’anno più caldo della storia. Capisci in prima persona la potenza e la fragilità della natura”. Temi che DiCaprio affronta anche in un nuovo documentario, ancora senza titolo, che uscirà quest’anno ”realizzato insieme al regista di The Cove (Louie Psihoyos). Raccontiamo il cambiamento climatico viaggiando tra Paesi come India, Groenlandia, e la Francia per la conferenza Cop21, dove gli esseri umani si sono messi finalmente insieme per un’azione proattiva a favore dell’ambiente”.