Oliver Stone a Giovanni Minoli: “La Cia truccò le elezioni italiane del 1948”

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 21 Novembre 2013 - 19:30| Aggiornato il 6 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
 Oliver Stone a Giovanni Minoli: “La Cia truccò le elezioni italiane del 1948″


Oliver Stone a Giovanni Minoli: “La Cia truccò le elezioni italiane del 1948″

ROMA – Oliver Stone pensa che “Le elezioni in Italia del 1948 sono state truccate dalla Cia, perché gli Usa avevano paura che vincessero i comunisti”.

Intervistato da Giovanni Minoli per Radio 24 (audio) il regista americano si dimostra perfettamente in sintonia con quanto dice il personaggio interpretato da Donald Sutherland in JFK, un film cult per i complottisti di tutto il mondo.

Citiamo testualmente le parole di Sutherland, che nel film di Stone sull’omicidio di John Kennedy, recita la parte mister X, ex responsabile delle “Operazioni in nero” del Pentagono che rivela al protagonista (il senatore Garrison interpretato da Kevin Costner) i retroscena su un quarto di secolo di guerra fredda:

“Nel ’48 truccammo le elezioni in Italia…”. Frase che nella versione originale è ancora più forte “In Italy, ’48, we stole the elections”.

Stone si dimostra convinto di queste tesi, che lui all’epoca (1992) mutuò da L. Fletcher Prouty, un colonnello pensionato dell’Air Force convinto assertore del complotto militare-industriale contro Kennedy: un vero colpo di Stato, diceva Prouty, per evitare che gli USA si ritirassero dal Vietnam.

Tesi che Stone ribadisce a Giovanni Minoli, ai microfoni della trasmissione Mix24 su Radio 24:

L’omicidio Kennedy? «Il 68% degli americani crede che sia stato il governo». Le elezioni in Italia nel ’48? «Truccate dagli Stati Uniti. La Cia aveva paura che vincessero i comunisti».

Stone inizia proprio dalle «bugie evidenti» della commissione Warren: «In quel momento Oswald doveva essere l’assassino – taglia corto il regista -. Subito dopo che Oswald è stato ucciso il New York Times ha fatto un titolo a tutta pagina: “Ucciso l’assassino di Kennedy”. Non il presunto assassino. Hanno condannato Oswald nella coscienza collettiva senza neanche processarlo». Gli americani sono pronti a sapere la verità? Stone è pessimista: «No, no perché non c’è nulla di scritto che provi la cospirazione, ma il pubblico americano lo sa, inconsciamente sa che è stata tutta una menzogna. Il 68% degli americani crede che a uccidere Kennedy sia stato il governo».

Nello storico «John Fitzgerald Kennedy, un caso ancora aperto», un agente della Cia accenna ad elezioni truccate in Italia nel 1948. C’è chi lo ha interpretato come una fantasia, senza fondamento o testimonianze dirette. Stone assicura del contrario: «No, no, assolutamente no. Quel personaggio si basa sul colonnello Fletcher Prouty, capo delle operazioni speciali del Pentagono dal 1960 al 1964. un ufficiale di collegamento con la Cia». Secondo il regista, sarebbe stato lo stesso ufficiale a descrivergli l’operazione: «In America è una storia di dominio pubblico, è risaputo che la CIA aveva paura che i comunisti prendessero il sopravvento in Italia subito dopo la guerra, e che ha investito un sacco di soldi per comprare le elezioni. In America è risaputo, non so se in Italia sia altrettanto noto».

Sui responsabili del “silenzio forzato” dell’opinione pubblica americana, Stone è netto: «Nel mio film sostengo che ci furono in realtà due cospirazioni. Una più piccola, ristretta, per uccidere il presidente. Una cospirazione che coinvolgeva 5, al massimo 10 persone. E un’altra, molto più estesa, per coprire tutto, per metter tutto a tacere. Tra i responsabili di questa seconda cospirazione metterei senz’altro Lyndon Johnson, che è divenuto presidente al posto di Kennedy, e che ha istituito la commissione d’inchiesta, la commissione Warren, che ha fatto un lavoro davvero scadente. E poi metterei i servizi segreti, che hanno tenuto nascoste a quella commissione alcune prove fondamentali».

I media più ostili gli rinfacciano ipocrisie e ricostruzioni grossolane. Stone schiva le polemiche, e ribadisce la sua critica al sistema Usa: «Il problema del mio paese è un problema comune a molti altri paesi, forse anche l’Italia: il problema del popolo contro lo stato – evidenzia Stone – Nel mio paese lo Stato ha tradito la Costituzione, ha ucciso Kennedy, ha occultato le prove e continua a farlo. Lo ha fatto in almeno altre 5 o 6 occasioni: nel caso di caso Nixon, nel caso dei bombardamenti segreti in Laos e Cambogia, e poi in Iran, in Nicaragua con i Contras… gli ostaggi in Iran, in almeno 5 casi. L’omicidio di Kennedy è stato uno spartiacque, solo oggi cominciamo ad avvertire le conseguenze di quell’evento».