Ue. No ai cosmetici testati su animali, Lav dice ”Una vittoria”

Pubblicato il 21 Settembre 2016 - 13:53 OLTRE 6 MESI FA
Test su animali

Test su animali

BELGIO, BRUXELLES – La Corte Ue, in una sentenza, dice no ai cosmetici testati sugli animali. Il diritto Ue “protegge” il suo mercato “cosmetici i cui ingredienti siano stati oggetto di sperimentazioni su animali”. Se gli esperimenti sono fatti fuori dall’Ue per consentire la vendita del prodotto in Paesi terzi “e il loro risultato è usato per comprovarne la sicurezza, la sua immissione sul mercato Ue può essere vietata”, rispondono i giudici all’Alta corte di giustizia GB su una causa della Federazione Europea per gli ingredienti cosmetici.

La Federazione è un’associazione di categoria che rappresenta i fabbricanti di ingredienti impiegati nei prodotti cosmetici, all’interno dell’Unione Europea. Tre membri di tale associazione hanno effettuato sperimentazioni su animali al di fuori dell’Unione affinché certi prodotti cosmetici potessero essere venduti in Cina e in Giappone.

L’Effci è ricorsa ad giudice britannico al fine di accertare se le tre società interessate fossero passibili di sanzioni penali in caso di immissione sul mercato del Regno Unito di prodotti cosmetici contenenti ingredienti sottoposti a sperimentazioni animali.

“È una vittoria dell’Europa che ci piace, quella che ha riaffermato il No ai test cosmetici sugli animali e il divieto di importare nei Paesi Ue cosmetici testati su animali in mercati stranieri”. Lo ha dichiarato il presidente della Lav Gianluca Felicetti sulla sentenza della Corte Ue sulla sperimentazione animale per i cosmetici, a margine della presentazione dell’Animal Aid Live 2016.

La sentenza, aggiunge, “è anche una vittoria per la validità della ricerca scientifica senza animali. Questo rafforza l’azione dell’Ue che già in passato ha fatto in modo che due grandi Paesi esportatori di cosmetici come India e Brasile vietassero sul proprio territorio questo tipo di sperimentazione sugli animali”. Così, conclude Felicetti, “sono state battute anche le fazioni più retrive che ancora continuano a minimizzare la direttiva Ue”.