Inghilterra: trovato scheletro medievale, chiave per conoscere la storia della lebbra

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Gennaio 2017 - 06:37 OLTRE 6 MESI FA
Inghilterra: trovato scheletro medievale, chiave per conoscere la storia della lebbra

Inghilterra: trovato scheletro medievale, chiave per conoscere la storia della lebbra

LONDRA – Rinvenuto nei pressi di Winchester lo scheletro di una vittima della lebbra risalente al periodo medievale. I resti si trovano in uno dei primi lebbrosari noti in Gran Bretagna e hanno messo in luce la storia della deturpante malattia.

Lo scheletro è di una persona giovane, tra i 18 e 25 anni, ed è stato rinvenuto nel lebbrosario St Mary Magdalen vicino Winchester, Hampshire. I ricercatori ritengono che l’uomo fosse un pellegrino religioso che arrivava dalla Spagna e che potrebbe aver contratto la malattia mentre viaggiava in Europa.

Quando è morto, gli è stata data una sepoltura secondo la tradizione dei pellegrini e non trattato come un reietto. Gli scienziati dell’University of Winchester, pensano che in Europa, nel Medioevo, la malattia potrebbe essersi diffusa a causa dei pellegrinaggi religiosi. Winchester è stato un fondamentale punto di riferimento per i pellegrinaggi, poiché nel XII sec. erano presenti molti santuari e ospedali. “Dal 11 ° secolo al 14 ° secolo In Europa occidentale, dall’XI al XIV sec., ci fu un aumento esponenziale di lebbrosari”, ha detto Simon Roffey, dell’University of Winchester, alla BBC News.

“Perché la lebbra, che esisteva da secoli, proprio in quel momento, ha improvvisamente trovato una strada e avuto un impatto notevole sulla società europea occidentale?” “Lo scheletro della persona ritrovata, ci offre uno spaccato, uno dei motivi per cui la lebbra si è diffusa nel medioevo”. L’infezione batterica causata dal Mycobacterium leprae ha afflitto gli esseri umani per migliaia di anni e, durante il Medioevo, è cresciuta a livello di epidemia”. Ancora oggi le persone continuano ad essere colpite dalla malattia ma gli scienziati hanno scoperto che il genoma Mycobacterium leprae non è significativamente cambiato da quando la malattia raggiunse il picco nell’Europa medievale. Questo potrebbe spiegare il calo nella trasmissione di malattie e la resistenza sviluppata nel tempo. I resti del lebbroso, mostrano che i pellegrini viaggiavano verso luoghi lontani. Vicino all’uomo probabilmente spagnolo, gli archeologi delle università di Winchester e Surrey, hanno trovato una conchiglia che veniva data a chi aveva completato il lungo percorso per giungere al santuario di San Giacomo a Santiago di Compostela, in Spagna. Simon Roffey, lettore d’archeologia medievale a Winchester ha detto: “Il pellegrinaggio al Santuario di Compostela è si è diffuso in modo particolare tra la fine dell’XI sec. e la fine del XII, in concomitanza con la diminuzione degli attacchi musulmani alla penisola iberica”. “Il cammino di Santiago, insieme a Gerusalemme e Roma, nel periodo medievale ha rappresentato uno dei tre grandi pellegrinaggi, Santiago era l’unico posto in cui era permesso distribuire capesante note anche come conchiglie di San Giacomo: erano la certificazione da mostrare alle autorità preposte, una volta rientrati nella città o paese natale per ottenere esenzioni dalle tasse o dal pagamento di pedaggi lungo il viaggio di ritorno. Quattro i percorsi principali che conducevano i “giacobei” o “peregrini” al santuario di San Giacomo. Il primo passava per Saint-Gilles du Gard, Montpellier, Tolosa e Somport; il secondo, partiva da Notre Dame du Puy, Sainte-Foy di Conques e Saint-Pierre de Moissac; un altro passava per Santa Maria Maddalena Vezelay, Saint-Léonard Limousin e la città di Perigueux e l’ultimo San Martino di Tours, Sant’Ilario di Poitiers, Saint-Jean d’Angely, S.Eutropio di Saintes e la città di Bordeaux. Le analisi hanno rilevato che il guscio di capasanta proviene dalla costa atlantica o dalla Galizia, nel nord ovest della Spagna; anche se straniero, la presenza dell’uomo non sarebbe stata insolita: Winchester ha ospitato diverse e importanti reliquie del passato. Ha aggiunto Roffey:”La lebbra lepromotosa è una delle forme più gravi della malattia, all’estremo opposto della lebbra tubercoloide o paucibacillare; le due forme, sono manifestazioni della stessa malattia, che dipendono esclusivamente dalla risposta immunitaria di una persona”. “Il lebbrosario di Winchester probabilmente risale agli anni immediatamente successivi alla conquista normanna del 1066; è uno dei primi esempi in Europa occidentale ed è stato oggetto di pubblicazioni accademiche”. “L’elevato numero di sepolture, mostrano lesioni scheletriche caratteristiche della lebbra (86%) e lo stato di conservazione dei marcatori biomolecolari della malattia, tra cui il DNA. “La genotipizzazione del ceppo M. leprae ha mostrato che questo apparteneva al ceppo 2F, oggi associato a casi provenienti dall’Asia occidentale e centro-meridionale e trovato in Scandinavia e in altre due persone a St. Mary Magdalen. “La presenza, nell’uomo, di un ceppo di tipo 2F nell’uomo potrebbe essere compatibile con una persona che viaggiava a lungo o di origine straniera”. Lo scavo ha anche permesso agli scienziati di conoscere il ceppo della lebbra contratta dal pellegrino ma non è chiaro quando, se durante o dopo il viaggio. “Non sappiamo se, prima del pellegrinaggio, era già residente nel lebbrosario o se abbia contratto la malattia all’estero e, alla fine dei suoi giorni, sia tornato in Gran Bretagna al St. Mary Magdalen”. La lebbra è ufficialmente una malattia del passato, relegata negli annali della storia al pari della peste bubbonica o il vaiolo. Nel 2000, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che la lebbra, grazie al fatto che c’era un caso ogni 10.000 persone, non era più un problema di salute pubblica. Ma in tutto il mondo, più di 210.000 persone l’anno contraggono annualmente la lebbra. La malattia, che colpisce il derma e i nervi periferici causando gravi danni alle mani, ai piedi, agli occhi; la trasmissione avviene tramite lo stretto e prolungato contatto con chi ne è affetto ma il meccanismo non ancora del tutto chiaro. Le persone con un sistema immunitario debilitato da malattie croniche concomitanti (diabete, HIV/AIDS o patologie cardiache) sono maggiormente esposte al rischio di contrarre la malattia: le loro difese non sono abbastanza forti per attaccare ed eliminare i micobatteri.