Amedy Coulibaly ha filmato il sequestro con una GoPro. Forse immagini all’Isis

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Gennaio 2015 - 09:19 OLTRE 6 MESI FA
Amedy Coulibaly ha filmato il sequestro con una GoPro. Il giallo delle immagini

Amedy Coulibaly ha filmato il sequestro con una GoPro. Il giallo delle immagini

ROMA – Amedy Coulibaly, il terrorista che ha ucciso una vigilessa e seminato panico e morte nel supermercato kosher di Parigi, aveva una telecamera GoPro e un computer portatile.

Li aveva con se durante la folle azione al market. A rivelarlo sono alcuni degli ostaggi sopravvissuti e la loro testimonianza apre altri interrogativi: che fine hanno fatto le immagini girate dal terrorista? Con chi comunicava Coulibaly che durante il sequestro avrebbe mandato diverse email con il computer?

Il pensiero corre subito alla terrorista in fuga, Hayat Boumeddiene, la compagna di Coulibaly che sarebbe partita in direzione della Siria alcuni giorni prima degli attentati di Parigi.

Gli elementi inquietanti sono diversi. Prima di tutto il video postumo di Coulibaly diffuso dall’Isis, quello in cui il terrorista rivendica gli attentati e si dice proprio un militante del califfato. Video che presuppone un complice che materialmente si sia occupato della diffusione in rete.

E poi c’è la possibilità concreta che il girato di Coulibaly, via Hayat o meno, sia proprio nelle mani del califfato. Lo sapremo a breve: se l’Isis ha le immagini le utilizzerà certamente per realizzare un video che metta assieme propaganda e costruzione del “martire” Coulibaly.

Nel frattempo c’è la questione Hayat. Le sue tracce svaniscono il giorno 8 gennaio, quando probabilmente attraversa il confine turco ed entra in Siria.
Era partita da Parigi in direzione Madrid e il 2 aveva preso un aereo per Istanbul insieme ad un uomo. Per alcuni è il fratello, per altri si chiama Mehdi Sabri Belouchine, parente di un elemento noto alla polizia francese. Sta di fatto che l’8, nonostante anche i turchi la segnalino come sospetta, Hayat svanisce. Era al sud della Turchia. E l’ipotesi più logica è che ora si trovi in Siria, protetta dagli uomini del califfato.