Berlino, il nuovo aeroporto peggio della Salerno-Reggio Calabria: rinvii, scandali, sperperi…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Febbraio 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Berlino, il nuovo aeroporto peggio della Salerno-Reggio Calabria: rinvii, scandali, sperpero… Rinvii, finte inaugurazioni, lievitazione incontrollata dei costi, sperpero di denaro pubblico, dimissioni, inchieste, scandali, sistemi antincendio impallati, sicurezza carente… No, non stiamo parlando della Salerno-Reggio Calabria o di una delle tante grandi opere italiane incompiute. Siamo invece a Berlino, la capitale del Paese che culturalmente è il punto di riferimento universale se parliamo di puntualità, efficienza, rigore luterano.

Stiamo parlando del nuovo (si fa per dire perché la prima pietra fu posata nel 2006) aeroporto Brandeburgo Willy Brandt. Forse un po’ di schadenfreude, termine che solo il tedesco annovera per descrivere il piacere che si prova di fronte alle altrui disgrazie, è anche corroborante, sfata qualche luogo comune e di riflesso, un po’ ci riabilita. Flaminia Bussotti sul Messaggero ci concede questa piccola soddisfazione descrivendo l’impasse logistico/organizzativo.

I rinvii marciano di pari passo con i costi, denaro pubblico, del contribuente, come non manca di sottolineare la stampa. Dai circa 2 miliardi di euro stanziati quando, il 5 settembre 2006, fu aperto il cantiere, si è arrivati ad almeno 6,5 oggi. Cifra aperta verso l’alto dato che non si sa quando l’ aeroporto entrerà in funzione. La chiusura dello scalo comporta 17 milioni di euro al mese solo di spese di funzionamento, più fra i 13 e i 14 milioni per le mancate entrate degli affitti di negozi ed esercizi. A questi si aggiungono i costi alle ditte per i lavori aggiuntivi o di riparazione necessari per la messa in funzione.

In corso d’opera, o per accertamento via via di carenze, vengono apportate modifiche che fanno naturalmente lievitare ulteriormente i costi preventivati. I giornali denunciano apertamente casi di corruzione o di speculazione da parte delle aziende ingaggiate, che sanno di poter alzare la posta perché nessuno si azzarderebbe a licenziarle perché ingaggiarne di nuove allungherebbe ancora di più i tempi e i costi calcolando un periodo necessario di rodaggio e conoscenza del cantiere. (Flaminia Bussotti, Il Messaggero)

Per dire, citare il Brandeburgo Willy Brandt è diventato il modo comune per riferirsi a qualcosa di fatto male e in ritardo, sintomo di approssimazione, segnale di disagio morale.

Solo per mettere dei nuovi cavi, in sostituzione di altri che non andavano, ci vorranno 45 milioni di euro, più del doppio di quanto previsto in origine. Management, ditte e politici si rimpallano le responsabilità: «gli anni dal 2012 al 2014 sono stati anni buttati al vento», si è difeso il nuovo amministratore delegato dell’aeroporto, Karsten Mühlenfeld. Le società coinvolte sono il fior fiore del made in Germany, le migliori griffe dell’industria tedesca: Bosch, Siemens, T-Systems Caverion per citarne solo alcune: il disastro del nuovo aeroporto getta un’ombra anche sul buon nome del sistema Germania e sul mito della perfezione tedesca. (Flaminia Bussotti, Il Messaggero)