Bruxelles, aggredito avvocato di Salah: “Difendi terrorista”

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Marzo 2016 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA
Bruxelles, aggredito avvocato di Salah: "Difendi terrorista"

L’arresto di Salah

BRUXELLES – Sven Mary, l’avvocato di Salah Abdeslam è stato aggredito da uno sconosciuto, che lo accusava di difendere un terrorista. Lo riferisce Le Soir. Il legale, che ha “avuto la meglio” sullo sconosciuto, ha comunque deciso di chiudere il proprio ufficio per salvaguardare i suoi collaboratori. Salah ha infine deciso di accettare l’estradizione, non si opporrà quindi a tornare in Francia dove dovrà essere giudicato per la strage di Parigi del 13 novembre scorso.

“Sono contento che sia finita. Non ne potevo più…”. Abdeslam Salah si è sfogato così subito dopo l’arresto di venerdì scorso, a Molenbeek, secondo quanto ha fatto filtrare la polizia belga. Una tesi confermata anche dal suo avvocato secondo cui la ‘primula rossa’, il terrorista più ricercato al mondo, si è sentito “sollevato” che la “caccia fosse finita”. Ora resta da stabilire se dal carcere di massima sicurezza di Bruges, dove è rinchiuso, Salah deciderà sul serio di parlare, come annunciato nei giorni scorsi sempre dal suo legale. Su questo fronte, gli inquirenti ci vanno con i piedi di piombo. “E’ troppo presto. Non possiamo ancora dire se Salah collaborerà o meno: non possiamo ancora esprimerci sulle sue dichiarazioni”, scandisce cauto il procuratore federale Frédéric Van Leeuw.

Non voleva finire in cella come Salah però lo voleva vendicare, il kamikaze di Bruxelles che ha preferito morire martire trascinando con sé decine di vite umane. E’ stato trovato in un cestino della spazzatura il pc di Ibrahim El Bakraoui, uno dei kamikaze dell’aeroporto Zaventem. All’interno una sorta di testamento in cui Ibrahim diceva di non voler finire in cella “come Salah”. Le agenzie di stampa scrivono invece questa frase: “Non voleva finire in cella con Salah”, ma è di tutta evidenza che un kamikaze, andando a morire, non può certo immaginare di finire in cella dopo il suo attentato. Il pc trovato nei pressi del covo di rue Max Roos a Schaerbeek conteneva anche un testamento audio con cui i due fratelli kamikaze Khalid e Ibrahim Bakraoui annunciano di voler agire “per vendicare l’arresto di Salah Abdeslam, il 18 marzo, e la morte di Mohammed Belkaid” qualche giorno prima nell’operazione a Forest. Il “testamento” era indirizzato “alla madre e a un cugino Yassine A”. Più probabile invece che dopo l’arresto di venerdì scorso di Salah, Ibrahim abbia deciso di passare all’azione e farsi esplodere, ritenendo più “gloriosa” una morte da kamikaze che una vita da ergastolano. Come Salah, appunto.