Charlie Gard, genitori chiedono di portarlo a casa: “Vogliamo stare con lui prima che…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Luglio 2017 - 17:11 OLTRE 6 MESI FA
Charlie Gard, genitori chiedono di portarlo a casa: "Vogliamo stare con lui prima che..."

Charlie Gard, genitori chiedono di portarlo a casa: “Vogliamo stare con lui prima che…”

LONDRA – Ora che anche l’ultima speranza di una cura è morta, i genitori del piccolo Charlie Gard chiedono solo di poterlo portare a casa e di trascorrere con lui gli ultimi preziosi momenti. Chris Gard e Connie Yates, i genitori del bimbo affetto da una gravissima malattia neurodegenerativa a cui sarà staccata la spina su ordine del tribunale inglese, hanno rinunciato alla battaglia legale il 24 luglio e ora chiedono di poter passare gli ultimi momenti da soli con il loro bambino. L’ospedale dove Charlie è ricoverato, il Great Ormond Street, ha invece dei dubbi sul suo spostamento.

Anche il 25 luglio questi genitori si sono ritrovati in tribunale, stavolta a chiedere di poter portare a casa con loro il piccolo. legale, Grant Armstrong, ha riferito che i coniugi Gard hanno affrontato la questione con il Great Ormond Street Hospital, ma si sono presentati ostacoli a questa soluzione. La madre di Charlie era presente in aula, all’Alta Corte di Londra, presieduta sempre dal giudice Nicholas Francis.

I genitori del piccolo Charlie Gard, affetto da una rara malattia degenerativa, stanno trascorrendo insieme al loro figlio di 11 mesi, “gli ultimi preziosi momenti”, prima dell’addio. I coniugi Gard intendono trascorrere “tutto il tempo possibile prima che Charlie vada via”.

E intanto monta la polemica tra il Great Ormond Street Hospital di Londra e l’esperto americano, il neurologo Michio Hirano, che sta sperimentando una terapia alternativa in fase embrionale alla Columbia University di New York. Nella sua dichiarazione ieri all’Alta Corte l’ospedale si è detto “sempre più sorpreso e deluso” che il medico americano,

“non abbia letto le ultime cartelle mediche di Charlie e non abbia esaminato le immagini del cervello del piccolo e il secondo responso medico sulle sue condizioni”.

L’ospedale gli aveva inoltre dato la possibilità di visitare Charlie a gennaio ma il medico Usa lo avrebbe incontrato solo la scorsa settimana.