Hollande-Julie Gayet: “Liberté e moralité”, Francia tartufesca e liberticida

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Gennaio 2014 - 14:34 OLTRE 6 MESI FA
Hollande-Julie Gayet: "Liberté e moralité", Francia tartufesca e liberticida

Hollande-Julie Gayet: “Liberté e moralité”, Francia tartufesca e liberticida

ROMA – Hollande-Julie Gayet: “Liberté e moralité”, Francia tartufesca e liberticida. Il caso del colpo di fulmine (ma è parecchio che va avanti la tresca) tra il premier francese Francois Hollande e la bella attrice Julie Gayet, insieme ai tentativi maldestri di mettere il bavaglio al comico nero e anti-semita Dieudonnè, rivela la mentalità tartufesca di una Francia costretta a censure di Stato per sanzionare vizi pubblici e privati in nome del politicamente corretto che è l’estremo rifugio del moralismo che sacrifica libertà di stampa e di parola. “Liberté e moralité”: sul Giornale di ogni 13 gennaio, Stefano Solinas passa in rassegna la trasformazione della Patria di tutte le “liberté”, del paese di Voltaire, ridotto a nazione di falsi moralisti e finti devoti. Dal comico censurato alle amanti clandestine, la libertà è per tutti ma non per qualcuno. Intendendo anche – perché no? – il doppio registro morale che autorizza a spiare dalla serratura ogni contorsione di un Berlusconi e invoca la sacralità del diritto alla privacy quando le avventure boccaccesche all’ombra dell’Eliseo.

Ah, la clarté francese, lo spirito cartesiano, l’ esprit de finesse, la Pompadour, les troubadours, le cache­sex, il godemiché. Nel cancan (mai pa­rola fu più appropriata) di un capo dello Stato che fa ridere, un attore di varie­tà che fa piangere, un’amante scarica­ta che sta all’Eliseo, un’altra in carica che se ne sta nascosta poco lontano, un ministro degli Interni che si sostitu­isce ai tribunali, una stampa che cinci­schia, un’opinione pubblica che,mol­to probabilmente, se n’en fiche , se ne infischia, avendo problemi più grandi a cui far fronte, più che una nazione la Francia sembra L’albergo del libero scambio di Feydeau, dove si chiudeva una porta e usciva il fedifrago, se ne apriva un’altra ed entrava il cornuto, si bussava a una terza e arrivava la polizia, la portie­ra, il prete,l’ufficia­le giudiziario. (Stefano Solinas, Il Giornale)