Immigrati irregolari, obbligo di sfratto o arrestano padrone di casa. In Gb…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Agosto 2015 - 14:17 OLTRE 6 MESI FA
Immigrati irregolari, obbligo di sfratto o arrestano padrone di casa. In Gb

Immigrati irregolari, obbligo di sfratto o arrestano padrone di casa. In Gb (foto di repertorio Ansa)..

LONDRA – Se non cacci di casa immigrati irregolari, rischi cinque anni di carcere. Non qui in Italia, ma in Gran Bretagna, dove gli ultimi fatti di Calais (assalto di migranti all’arma bianca che cercano di arrivare sulle coste inglesi) ha scosso il governo fino a questo giro di vite.

I padroni di casa dovranno cacciare affittuari senza permesso di soggiorno o di asilo. Lo dovranno fare senza indugio, anche di fronte a un contratto di affitto valido e senza una sentenza di sfratto della magistratura. Lo prevede una norma proposta dal governo conservatore di David Cameron.

La norma rappresenta un ennesimo giro di vite in materia, scrive oggi la stampa britannica. Il progressista Guardian sottolinea in particolare che ai padroni di casa vengono minacciati addirittura 5 anni di carcere in caso di mancato allontanamento degli inquilini divenuti “irregolari”, malgrado l’idea di uno sfratto esecutivo in assenza dell’ordine di un giudice sia senza precedenti nell’ordinamento britannico moderno. La stampa di destra continua in ogni modo a cavalcare l’allarmismo.

Il Daily Mail sostiene – citando dati di imprecisate fonti francesi che non trovano al momento alcuna conferma ufficiale in Gran Bretagna – che il 70% dei 5-6.000 disperati censiti a Calais all’inizio della crisi sia ormai in viaggio verso il Regno. La Chiesa d’Inghilterra, per bocca del vescovo di Dover, si unisce invece al coro delle voci critiche contro quella che appare una reazione esagerata di fronte a numeri relativamente contenuti.

Mentre fonti del governo svedese denunciano alla Bbc come incoerente l’appello lanciato adesso da Londra (con Parigi) all’Ue, ricordando la scarsa generosità del governo Cameron quando si tratto’ di affrontare flussi di ben altra entità, in arrivo nel Mediterraneo, e di dividere fra Paesi europei quote di rifugiati da accogliere.