L’elemento pericoloso, una minuscola particella nell’aria, è il cosiddetto PM2.5: la polvere sottile riesce a penetrare nei polmoni ed è in grado di provocare malattie cardiovascolari e polmonari. La produzione maggiore di queste particelle avviene proprio con la combustione del legno.
Un team guidato dal Dott. Gary Fuller, uno scienziato esperto in inquinamento, ha confermato che la scorsa settimana, a Londra, erano i livelli più alti dal 2011; il fatto allarmante, però, è che le valutazioni sono state fatte quando il traffico era relativamente basso, ma moltissime persone erano in casa, davanti al calduccio della stufa. Le analisi, in seguito, hanno confermato che si trattava di altissimi livelli di fumo generato dalla combustione di legna.
Londra non è nuova a questi episodi: già nel 1952 si trovò ad affrontare quello che venne ricordato come il “Grande Smog”. A causa dell’abbassamento delle temperature, gli inglesi consumarono più carbone negli impianti di riscaldamento; la nebbia era così densa da rendere difficile la circolazione e gli inglesi, a causa della scarsissima visibilità, camminavano a tentoni.
Per la drammaticità dell’evento, in cui persero la vita oltre 4.000 persone, nel 1958 venne istituito il cosiddetto “Clean Air Act”, una misura mirata a regolare i livelli di inquinamento e al controllo della qualità dell’aria.
Il legno fu proprio uno dei primi elementi banditi dal “Clean Air Act”, che ne vietava la combustione in zone specifiche. Al tempo, però, vennero istituite delle figure in grado di assicurare che i combustibili in vendita fossero quelli giusti e a chi avesse il camino o la stufa a norma di legge. Attualmente, invece, nessuno sembra monitorare la provenienza e come venga usato il materiale da ardere, nessuno controlla se il legno da ardere sia trattato con vernici o altro, che potrebbero rilasciare arsenico o sostanze chimiche dannose per la salute.
Il Pd e il centrosinistra non vincono più un’elezione Sardegna esclusa, dove la vittoria è stata molto osannata anche se ottenuta (con merito, per carità) grazie ad una manciata di voti. Anche in Basilicata è andata male, con Baldi che ha distaccato di 14 punti Marrese, il candidato scelto dal campo largo. Ammettendo che anche […]