Islanda, parte da qui la sfida alla censura: basta un “clic”

Pubblicato il 26 Luglio 2010 - 13:01 OLTRE 6 MESI FA

La “rivoluzione islandese” è un ricetta semplice ma tecnologica: se verranno pubblicati in internet documenti segreti ma ritenuti di interesse pubblico su un server registrato in Islanda, il responsabile non potrà essere perseguito: e quindi i media di altri paesi potrebbero riprendere la notizia, aggirando così varie forme di censura.

La semplice legge islandese approvata all’unanimità il 16 giugno scorso è una rivoluzione per la libertà d’espressione di tutto il mondo. Dai paesi che vivono sotto una dittatura fino al nostro, dove il disegno di legge sulle intercettazioni, per come era formulato fino a qualche giorno fa, metteva un pericoloso limite alla cronaca.

Ora il parlamento ha un anno di tempo per rivedere alcune leggi proprio in virtù della nuova normativa, ribattezzata Immi (Icelandic Modern Media Iniziative): un anno ancora, prima di riuscire a vedere “l’effetto che fa”. Difficile fare previsioni: l”Islanda potrebbe diventare il paradiso “off shore” della calunnia, oppure la salvezza dei dissidenti dei regimi di tutto il mondo, o ancora potrebbe essere ritirata sotto le pressioni internazionali.