Beyonce e concerti flop. Colpa dei Bagarini online, ecco perché comprare i biglietti è una rischio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Luglio 2016 - 07:07 OLTRE 6 MESI FA
Beyonce e... concerti flop. Colpa dei Bagarini online, ecco perché comprare i biglietti è una rischio

Beyonce e concerti flop. Colpa dei Bagarini online, ecco perché comprare i biglietti è una rischio

LONDRA – Da autentica superstar, Beyonce non è abituata a vedere dei posti vacanti durante i suoi concerti.  I fans mendicano, supplicano, rubano biglietti per vedere il concerto della cantante, che fa il tutto esaurito ad ogni evento.
Ma il 3 luglio al Wembley Stadium il rosso era troppo: rosso è, infatti, il colore delle sedie dello stadio, che erano chiaramente rimaste vuote.  Alcuni erano stati lasciati deliberatamente vuoti perché la vista era ostruita dalle casse, nulla di inusuale, ma altri erano liberi per un’altra, disturbante, ragione: i bagarini.

Quando si accede a un sito internet, per acquistare dei biglietti di un concerto molto richiesto, si è praticamente in gara. Il problema è che la gara non è solo tra fan sfegatati, ma contro un avversario ben più temibile: il “power seller”, o bagarino informatico.

Armati di software su misura, che permettono loro di acquistare in meno di un minuto centinaia o migliaia di biglietti, il bagarino moderno può così monopolizzare il mercato rivendendo i biglietti sul cosiddetto mercato secondario.
Così, quando i fan in carne ed ossa (e forse anche meno abbienti) cercano i biglietti online, si trovano a doversi confrontare con prezzi che vanno ben oltre il valore originale.

Il fan avvilito se ne va, il posto resta libero, ma il bagarino è comunque felice perché ha già fatto i propri guadagni vendendo altri biglietti.
I bagarini da strada, ovvero quelle figure che prendono d’agguato gli ingressi dei concerti o degli eventi sportivi, esistono ancora, ma vengono praticamente considerati dei dinosauri in quello che è il loro mondo, ormai preso d’assalto dalla potenza invisibile dei tecno-bagarini.

Gli acquirenti ordinari, che inseriscono manualmente i propri dettagli personali nel computer, non hanno alcuna possibilità di competere contro questi “super venditori”.

I software che hanno in dotazione, appositamente creati per far sparire i biglietti in pochi minuti, usano migliaia di false identità e numeri di carte di credito, che permettono di acquistare un vasto numero di posti.
Considerati gli ultimi parassiti dell’industria, non forniscono alcun beneficio al cantante o ai fan, ma certamente arricchiscono le proprie tasche e distorcono un intero mercato solamente per i propri profitti.
Nonostante questa pratica sia penalmente perseguibile (sarebbe una violazione del regolamento a protezione dei consumatori) il rischio di finire nei guai è minimo.
Adele ha descritto i bagarini come “gente orribile”, Elton John li ha additati come “approfittatori”, mentre gli Arctic Monkeys, Ed Sheeran e gli Iron Maiden hanno denunciato la situazione, che continua comunque ad andare avanti senza problemi.
“Anche gli artisti ci rimettono. Sanno che potrebbero benissimo aumentare il prezzo dei loro biglietti, che sarebbero venduti in ogni caso, ma comprendono che i fan spesso non gradiscono pagare cifre esorbitanti per andare ad un concerto, e per questo tengono i prezzi bassi”, racconta Reg Walker, direttore di un’agenzia di investigazioni e autorità contro le frodi da bagarini.
A volte i prezzi raggiungono livelli surreali. A marzo, un biglietto per il concerto di Adele all’arena di Londra veniva venduto per 24,480 sterline, ovvero circa 29,000 euro, quasi 300 volte più del normale.
Questi tecno-bagarini provengono da tutto il mondo e chi vuole acquistare un biglietto deve tenere duro. All’inizio di quest’anno sul sito internet di Adele erano in vendita i biglietti del concerto, ma dopo una serie di attacchi da ogni parte del mondo, nonstante le enormi misure di sicurezza, un determinato numero di biglietti è stato cancellato e rimesso in vendita qualche giorno dopo.
“Sono vere e proprie organizzazioni criminali stanziate in Russia, Ucraina, Usa e specialmente Israele. Al momento anche nel nord dell’ Irlanda l’attività di bagarinaggio online è diventata comune” dice Walker.
Il sistema funziona così: il software, o Bot, blocca un determinato numero di biglietti non appena questi vengono messi in vendita online. I biglietti vengono acquistati con nomi o carte di credito falsi e si può terminare il pagamento solamente inserendo il codice Captcha, ovvero il codice che richiede numeri o lettere che sono posizionati in un certo modo per provare che l’acquirente è umano e non un robot.
i programmatori hanno ormai sviluppato software in grado di sorpassare il codice Captcha, ma se ciò dovesse fallire c’è un’altra possibilità: l’Asia.
I bots, ovvero i software, inviano i codici che non sono in grado di leggere a delle persone in carne ed ossa, spesso situate in paesi dove la manodopera è a costo bassissimo, che inseriscono manualmente i numeri e le lettere che leggono sullo schermo. Un vero e proprio squadrone di persone che scrive i codici Captcha e li invia nuovamente al software, che riesce così a bypassare la sicurezza.
A dicembre 2014, in pochi minuti i bots acquistarono più di 1,000 biglietti per il concerto degli U2 al Madison Square Garden.
Per rivendere i biglietti i bagarini si rivolgono ad alcuni siti molto famosi, come Viagogo, Stubhub (di proprietà di eBay) GetMeIn e Seatway (questi ultimi due invece di proprietà di Ticketmaster). Questo genere di siti internet, noti come piattaforme, ottengono il 25% di commissione su ogni biglietto rivenduto ma negano di giocare un ruolo nel bagarinaggio, nascondendosi dietro al fatto che sono dei semplici “punti di scambio” dove chiunque voglia vendere il proprio biglietto è libero di farlo.
Ed è qui che sorge il problema, perché questo genere di siti internet non si interessa su come sia possibile che alcuni acquirenti riescano a comprare un vasto numero di biglietti in pochi minuti. “Perché queste piattaforme non si fanno domande su come sia possibile che un nerd socialmente disturbato riesca a comprare, dalla propria cameretta, millioni di sterline di biglietti?” chiede Walker. “Perché accettano la ridicola spiegazione che questo fantomatico ragazzo, che non conosce nessuno nell’industria musicale, abbia ottenuto in qualche modo una quota dei biglietti dai promoter?”.
“Questi siti internet proteggono l’identità dei bagarini, e lo fanno perché hanno bisogno di loro” dice la parlamentare laburista Sharon Hodgson, contro l’abuso sui biglietti.
Walker afferma che la situazione cambierà solo quando questo genere di piattaforme, che fungono da mediatrici, saranno costrette a cedere i propri registri come parte di un’investigazione contro il crimine.