Ragazzino vuole diventare donna, genitori accettano trattamento ormonale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Ottobre 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Kian-donna

Kian, il 12enne che vuole diventare donna

LONDRA – Un trattamento farmacologico per bloccare la pubertà affinché il figlio 12enne Kian possa diventare definitivamente Zoey, una donna: è quanto chiedono due genitori al Sistema Sanitario Nazionale britannico.

Zoey, del Derbishire, quando è nata era un maschio e si chiamava Kian ma all’età di 4 anni, dice la mamma Caren, voleva indossare abiti da bambina, vestire come “una damigella d’onore” e non da paggetto, ma solo in casa perché temeva di essere rimproverato.

Quando lo scorso anno ha iniziato a frequentare la scuola secondaria, Zoey ha annunciato ai genitori che voleva vivere come una ragazza e, a scuola, indossare la gonna.

Ora, con un’iniziativa che scioccherà alcuni genitori, la mamma e il papà di Zoey sperano che il SSN le passerà dei farmaci che bloccano la pubertà e che potrebbero cambiare per sempre la sua vita.

Vorrebbero che la Tavistock Gender Identity Development Clinic di Londra, che tratta i minori di 18 anni che soffrono di disforia di genere, non si riconoscono nel proprio sess0 e non si sentono a proprio agio con il loro corpo, valutino la figlia e inizino il controverso trattamento.

Consiste in iniezioni ormonali mensili che sospendono la pubertà, rallentano lo sviluppo degli organi sessuali, della peluria sul corpo e ritardano altri cambiamenti, come ad esempio il tono della voce. Il trattamento, spesso è la prima tappa verso un totale cambiamento di genere.

All’inizio del 2017, il Mail on Sunday ha rivelato che in Inghilterra ci sono 800 bambini, alcuni di dieci anni, che assumono farmaci inibitori della pubertà.

Ma il loro utilizzo ha sollevato un acceso dibattito, i più critici definiscono “poco etico” il SSN poiché prescrive questo tipo di farmaci che cambiano la vita dei giovani pazienti.

Alcuni medici avvertono che le iniezioni sono ancora “sperimentali” e si conoscono poco gli effetti a lungo termine. Altri sostengono che il trattamento è essenziale per i bambini trangender che soffrono un profondo disagio per la mancata corrispondenza tra il corpo e come si sentono.

Caren, e il padre di Zoey, David, pur essendo consapevoli della polemica, affermano che la loro priorità è la felicità della figlia. “Vorremmo che assumesse il farmaco nel giro di brevissimo tempo, poiché è ormai vicina alla pubertà”.
“E’ sempre stata molto femminile e quando era piccola pensavo: “Vive nel corpo sbagliato”, afferma la mamma Caren.

La disforia di genere è una questione complessa e a chi è stata diagnosticata, i medici affermano che è più a rischio di depressione, autolesionismo e suicidio.

Nell’agosto di quest’anno, da un’inchiesta è emerso che il 15enne Leo Etherington, precedentemente Louise, si era impiccato nella sua camera da letto a High Wycombe, Buckinghamshire. L’adolescente era stato il primo ragazzo a rivelare pubblicamente, all’età di 12 anni, di aver iniziato il trattamento per bloccare la pubertà.

Era furioso con la scuola che gli aveva negato il permesso di cambiare nome finché non avesse compiuto 16 anni.
Pauls McHugh, professore di psichiatria, statunitense, ha avvertito che il trattamento per i giovani con disforia di genere è “sperimentale”, non supportato da “rigorose prove scientifiche”.

Ma Gary Butler, professore dell’University College Hospital di Londra, sostiene che le iniezioni ormonali “sono concepite per mettere in pausa la pubertà, i cambiamenti sono reversibili anche se il farmaco può causare la sindrome dell’ovaio policistico”.