Razzismo in Irlanda del Nord/ Centinaio di rumeni si rifugia in chiesa. Terrorizzati da minacce

Pubblicato il 18 Giugno 2009 - 01:16 OLTRE 6 MESI FA

Il razzismo non conosce confini. Lo sanno bene gli zingari di origine romena, trasferiti da qualche anno a Belfast, nell’Irlanda del Nord, dove negli ultimi tempi hanno subito crescenti minacce.  Un centinaio di loro, tra cui donne e bambini, sono stati costretti ad abbandonare le case dove abitavano, in un quartiere popolare, e a rifugiarsi in una chiesa, prima di essere ospitati in una struttura poubblica cittadina.

Sono esattamente centoquattordici gli zingari romeni che, nell’area di Lisburn, da mesi ricevono minacce e attacchi razzisti contro le loro case. Nell’ultima settimana la violenza è aumentata e le abitazioni delle famiglie romene sono state oggetto di lanci di mattoni e bottiglie.

Belfast è la capitale dell’Irlanda del  Nord, che fa parte della Gran Bretagna (l’Irlanda del Sud è diventata indipendente negli anni ’20, dopo una lotta sanguinosa). Belfast è stata teatro, per secolo, di odio razziale e religioso, divisa come è stata, in una specie di guerra tra poveri, tra proletariato cattolico e proletariato protestante. Gli uni e gli altri hanno dato vita per molto tempo anche a organizzazioni paramilitari, vere e proprie strutture terroristiche. Agli inizi degli anni settanta, una manifestazione di cattolici contro l’oppressione protestante venne repressa nel sangue dall’esercito inglese (la ricorda una delle più belle canzoni degli U 2, “Sunday bloody sunday”), ne nascquero trent’anni di guerra civile e di terrorismo. Una tregua, che ora sembra consolidata in pace, venne conseguita agli inizi del millennio con l’intervento del presidente americano Bill Clinton e la gestione del primo ministro britannico Tony Blair. La pace fu possibile soprattutto per il relòativo benessere che l’Irlanda del nord aveva conseguito negli ultimi anni grazie alla partecipazione britannica alla Comunità europea e alla crescita economica che ne è  derivata.

A quanto pare ora cattolici e protestanti, non più miserabili e affamati, hanno un nuovo nemico da combattere, gli imigranti dai paesi dell’Est.