Ricorso collettivo alla Corte europea per anticipo prescrizione Lira

Pubblicato il 27 Marzo 2012 - 18:38 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA – Ricorso collettivo alla Corte Europea dei diritti dell'uomo contro il Decreto Salva Italia del 6 dicembre 2011: lo ha promosso un team di legali italiani sostenendo che il Decreto ha di fatto 'anticipato' di due mesi la prescrizione naturale delle vecchie lire (prevista per il 29 febbraio 2012). Per questo motivo sono stati violati i risparmi di tutti quegli italiani che ancora li conservavano in lira.

E' quanto hanno reso noto oggi a Genova gli avvocati Andrea Saccucci del foro di Roma e Massimiliano Massara di Genova. I due legali sostengono che, ''anticipando senza preavviso la scadenza 'naturale' del termine per la conversione fissato al 29 febbraio 2012, e' stata tradita la legittima aspettativa di quanti avevano fatto affidamento sulla possibilita' di richiederne la conversione in euro''.

I due legali spiegano che ''nel ricorso, cui e' possibile aderire entro i sei mesi dall'entrata in vigore del provvedimento legislativo contestato, si denuncia la violazione del diritto al rispetto dei beni per difetto di legalita' e proporzionalita' della misura di espropriazione valutaria, oltre alla violazione del diritto a un ricorso interno effettivo''.

Saccucci e Massara affermano che ''l'art. 26 del Decreto Salva Italia del 6 dicembre 2011 (gia' convertito in legge) ha disposto l'immediata prescrizione di tutte le banconote e monete in lire italiane ancora in circolazione''.

''Tale provvedimento ha fruttato alle casse dell'erario un introito di circa 1.300 milioni di euro – dichiara Saccucci -. Una misura del genere costituisce una forma di espropriazione indiretta''.

I due legali sottolineano che sono moltissimi gli italiani vittima dell'anticipata prescrizione e che, secondo i dati della Banca d'Italia, ''nel 2011 sono state convertite vecchie lire per oltre 58 miliardi, mentre si stima che restino ancora in circolazione 2.463 miliardi di vecchie lire''. Molti di questi soldi – spiegano – sono nelle mani di persone anziane che hanno conservato i propri risparmi nella vecchia moneta nel timore di un ritorno alla valuta nazionale.

Tra le vittime vi sarebbero anche molte associazioni umanitarie e assistenziali. ''Una condanna da parte della Corte Europea – auspicano i due legali – potrebbe obbligare il Governo italiano a corrispondere alle vittime un equo indennizzo, corrispondente al controvalore in euro delle vecchie lire non piu' convertibili, oltre a un ulteriore ristoro per il danno non patrimoniale''.