Russia, avvocato denunciò i funzionari corrotti e morì in carcere. Ora vengono fuori le loro “ricchezze sospette”

Pubblicato il 21 Aprile 2011 - 16:06 OLTRE 6 MESI FA

MOSCA – Un nuovo caso di corruzione ad alti livelli sconvolge il panorama politico russo. Dopo aver accusato dei funzionari governativi per una frode miliardaria, tre anni fa Sergei L. Magnitsky, avvocato di un fondo di investimenti internazionali, fu arrestato, e dopo una prigionia di un anno, morì in circostanze non precisate. Da allora il suo caso non è mai stato pienamente investigato, ma oggi, a più di un anno e mezzo dal decesso, sono state svelate informazioni che danno ancora più concretezza alle accuse che hanno probabilmente costato la vita dell’avvocato.

Alcuni degli ex colleghi di Magnitisky, compreso il proprietario di Hermitage Capital Management, il fondo che rappresentava, hanno potuto raccogliere una serie di dati sorprendenti. Documenti in loro possesso – e che sono stati analizzati da giornalisti del quotidiano New York Times – rivelano che i funzionari denunciati sono diventati negli ultimi mesi sorprendentemente ricchi. L’avvocato russo aveva accusato alcuni impiegati del Ministero dell’Interno di aver adoperato alcune compagnie consociate del fondo Hermitage in una gigantesca frode per ricevere una rimborso fiscale illegale di 230 milioni di euro. La reazione delle autorità fu allora senza appello. Magnitsky fu lui stesso accusato di aver creato lo schema, messo in prigione dove morì poi in circostanze misteriose, mentre i funzionari accusati furono nel frattempo promossi.

I documenti in possesso degli ex colleghi di Magnitsky mostrano come da allora i funzionari del Ministero dell’Interno hanno messo da parte ingenti somme di denaro in paradisi fiscali, e fatto acquisti di auto costose e appartamenti. Tre settimane dopo essere stata accusata, l’ex capo del ventottesimo distretto dell’Ispettorato fiscale di Mosca, Olga Stepanova, ha pagato un appartamento di lusso a Dubai del valore di più di 600 mila dollari. L’acquisto, documentato da un estratto contro, del Credit Suisse, è stato fatto a nome del marito della Stepanova, Vladlen Stepanov un operaio edile. Oltre all’appartamento a Dubai, la Stepnova e suo marito hanno comprato altre due ville, una di queste in Montenegro. In totale, sono stati spesi 39 milioni di dollari, in macchine e immobili, da quando il funzionario autorizzò il rimborso fiscale. La coppia dovrebbe guadagnare insieme 40 mila dollari circa.

Questo nuovo caso di crimine e malaffare segna un’ennesima pagina buia nella storia recente dello stato russo e dei suoi funzionari. La battaglia promessa dal presidente Dimitri Medvedev contro la corruzione non ha prodotto finora esiti e il mal contento del paese si esprime sempre di più nei nuovi media, come Internet, Facebook o Youtube. La giustizia d’altro canto, nemmeno di fronte a indizi così evidenti, non sembra poter svolgere il suo compito. L’ex datore di lavoro di Magnitisky ha deciso di compilare nuovamente una denuncia ma non crede però in un possibile esito positivo: “Sono sicuro che la denuncia verrà ignorata, perché il Ministro degli Interni e l’ufficio del procuratore hanno sempre protetto la Stepanova e i criminali che negli anni hanno organizzato la frode”.