Cade l’ultima pietra del San Gottardo: il tunnel più lungo al mondo collegherà Rotterdam a Genova

Pubblicato il 15 Ottobre 2010 - 21:14| Aggiornato il 16 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

La commozione e l’orgoglio degli operai, degli ingegneri e del ministro svizzero dei Trasporti Moritz Leuenberger sono esplosi alle 14.17, quando la grande fresa chiamata “Sissi”  ha rotto l’ultimo diaframma della galleria ferroviaria del San Gottardo in Svizzera, che con i suoi 57 chilometri di lunghezza è la più lunga del mondo.

Quando la roccia ha ceduto tra gli applausi di 200 persone e davanti a troupe televisive arrivate anche dal Giappone, i commentatori della televisione svizzera hanno subito spiegato che l’opera collega idealmente due mari distanti chilometri, quello del Nord e il Mediterraneo. Il tunnel, costato 7 miliardi, e applaudito in diretta in Lussemburgo dai ministri dei Trasporti europei – tra i quali l’italiano Altero Matteoli – che hanno ringraziato la Svizzera a nome dei 500 milioni di cittadini europei, è infatti parte del più ampio progetto del “Corridoio 24″, il piano europeo per il trasporto ad alta velocità di merci e passeggeri da Genova a Rotterdam.

La più lunga galleria del mondo, cominciata 10 anni fa e in funzione dal 2017, si unisce infatti a quelle del Lötschberg (attivo dal 2007) e del Monte Ceneri (2019), che danno vita alla Nuova Trasversale Ferroviaria Alpina (13 miliardi di euro, 1 per cento del pil svizzero, autofinanziata con tassa sul traffico pesante, imposta sugli oli minerali e l’1 per mille dell’iva) che, grazie alla pendenza ridotta a 550 metri sul livello del mare, permette di attraversare le Alpi più velocemente e usando meno energia.

I vantaggi li ha evidenziati da Genova anche l’ambasciatore svizzero in Italia, Bernardino Regazzoni, giunto nel capoluogo ligure, porto storico per la Confederazione, per ribadire la necessità che la linea venga completata: 330 treni al giorno potranno attraversare l’Europa ad alta velocità e tra Zurigo e Milano, ad esempio, si potrà viaggiare a 250 chilometri orari in due ore e quaranta minuti, un’ora in meno rispetto ad oggi.

Dopo che la polvere dell’ultimo diaframma si è diradata e gli operai dei due versanti si sono finalmente incontrati mescolando, nella commozione e nel ricordo di otto compagni morti (tra cui due italiani), tante lingue non solo europee, il ministro dei Trasporti ha ricordato la ”grande forza della democrazia diretta svizzera”, che con 4 referendum ha chiesto e ottenuto dagli elettori di procedere, nonostante i costi. La minoranza ha accettato il verdetto, ha ricordato Leuenberger, ”e non abbiamo avuto proteste di piazza”.

Le ”critiche sui costi non sono mancate ma sono servite a migliorare i progetti” ha aggiunto. ”Spero che presto questo tunnel possa avere dei fratelli” ha concluso, cioè i tanto attesi raccordi a nord e a sud, in Germania e Italia. A Genova, dove l’evento e’ stato seguito in diretta in un grande cubo di container allestito dall’Ufficio Federale dei Trasporti svizzero, il sindaco Marta Vincenzi, l’assessore alle Infrastrutture della Regione Raffaella Paita e il presidente del porto Luigi Merlo hanno ribadito la necessità di assegnare al più presto le risorse al Terzo Valico, che completerà il collegamento con Milano e la Svizzera.

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