Terrorismo, i lupi solitari si cacciano e catturano su Facebook. Lo fanno in Israele

di Riccardo Galli
Pubblicato il 5 Giugno 2017 - 08:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Terrorismo, attacchi omicidi nelle città europee. A compierli assassini che quasi sempre con qualche approssimazione e improprietà definiamo “lupi solitari”. In realtà tanto isolati non sono mai. Qualche complicità o connivenza (o neutralità tra loro e gli umani e la civiltà occidentale che vogliono massacrare) alle spalle ce l’hanno quasi sempre.

Intendiamo però con “lupi solitari” i terroristi che non sono direttamente soldati dell’Isis. Rispondono magari agli inviti dell’Isis all’insegna dell’ammazza il tuo infedele con un bus, coltello, quello che puoi…Si sentono parte e martiri dell’esercito della fede, macellano e muoiono con il nome di Allah (quello guerriero, sanguinario e feroce della loro ideologia) sulla bocca. Odiano l’Occidente, magari il paese che li ha accolti, mandati a scuola e che a loro ha concesso cittadinanza e diritti. Ma non sono per così dire “truppe regolari” dell’esercito del Califfato.

Sono “irregolari”, volontari. E per questo ancora più pericolosi e letali. Perché, come dice un esperto di anti terrorismo, “la settimana prima prima di colpire neanche loro sanno che o faranno”.

Però i “lupi solitari” hanno (come accade per altri versi ai criminali) un profilo comportamentale. E questo profilo lo si può rintracciare quando è già evidente ma ancora in gestazione-formazione. E lo si rintraccia, immancabilmente, invariabilmente sui social network.

Maurizio Molinari su La Stampa riporta l’esperienza concreta dei servivi di sicurezza israeliani. Monitorando massivamente e con criterio Facebook soprattutto ma anche Twitter e Youtube, in Israele hanno colto prima che colpissero 170 lupi solitari sventando 400 attacchi suicidi contro civili.

I lupi solitari del terrorismo dunque si cacciano e si catturano su facebook. Perché “Il 70% dei responsabili degli attacchi si esprime in maniera estrema su facebook ed è lì che li cerchiamo”. Lì li cercano prima che colpiscano e così hanno fatto calare la media degli attacchi effettivamente messi in atto da 80 a 20 al mese.

I lupi solitari del terrorismo sono riconoscibili sui social network, quasi dichiarano se stessi: età privilegiata tra i 17 e i 22 anni e condizione sociale e psicologica caratterizzata da difficoltà personali. Da questa base quasi immancabilmente promana un comportamento, una comunicazione via social che segnala la maturazione della vocazione al “martirio”.

Occorrono grandi risorse per monitorare con cognizione di causa milioni di post al giorno sui social e per saper capire e distinguere. Poi occorrono leggi che consentano questa attività ispettiva e quella operativa conseguente e molti paesi d’Europa questo tipo di leggi non hanno e temono, esitano ad averle. Ci sono insomma molte difficoltà ad importare il modello israeliano.

Però una cosa è certa e provata: i lupi solitari dello jihadismo che ritmano la vita dei paesi europei alla frequenza attuale di due stragi al mese lasciano grandi tracce sui social e lì, se vuoi, puoi cacciarli e catturarli prima che attacchino. (Con tante scuse ai lupi veri che non meritano l’accostamento con questi macellai-suicidi-oranti).