Tortura e uccide una persona conosciuta in chat, incastrato da un video

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Settembre 2017 - 07:15 OLTRE 6 MESI FA
Jason Marshall

Jason Marshall

LONDRA -Doveva essere un incontro nato su una app per omosessuali e invece per Peter Fasoli, 58enne,  si è trasformato in un appuntamento con la morte ed è stato torturato senza pietà dal suo aguzzino.

Jason Marshall, 29, ascoltava la radio mentre ammanettava, legava e e imbavagliava Peter Fasoli, l’uomo trovato senza vita nella sua casa a Londra.

Dopo l’approccio in chat, Marshall si è finto un ufficiale dell’MI5 e si è presentato a casa della vittima; non sapeva, però, di essere ripreso dalla telecamera del computer di Fasoli, il cui video è stato poi mostrato di fronte alla giuria.

Il 7 gennaio del 2013, l’assassino era quasi riuscito a compiere l’omicidio perfetto mandando a fuoco l’abitazione della vittima. Quattro giorni dopo, Marshall è volato a Roma dove ha strangolato Vincenzo Iale, sul litorale di Torvaianica, e soffocato Umberto Gismondi poche settimane dopo.

Al tempo, gli investigatori conclusero che la causa del decesso di Fasoli fosse da attribuire al fuoco divampato nell’appartamento, nonostante la vittima avesse inconsapevolmente filmato il suo stesso omicidio.

Circa due anni dopo il decesso, il nipote di Fasoli, Christopher Murgatroyd, stava esaminando l’harddisk dello zio, quando è venuta alla luce “la terribile verità”, scrive il Daily Mail.

Marshall è stato arrestato per omicidio dopo che una giuria ha preso visione del video, in cui si vede l’assassino dice una preghiera in latino di fronte al corpo senza vita  di Fasoli e, in sottofondo, si sentono le note di Wagner, Strauss e Beethoven.

Quando ha emesso la sentenza, il giudice Nicholas Hiliard  ha detto a Marshall: “La vittima era indifesa e ingenua: in poche parole, non l’attirava. Sono sicuro che lei fosse motivato a causare del dolore a Fasoli senza il suo consenso, cosa che le ha provocato ancora  più piacere, come accade alle persone che trovano gratificazione nell’infliggere violenza agli altri. L’ha torturato così a lungo perché provava piacere; non era necessario prolungare tali violenze, se il suo unico obiettivo era quello di ucciderlo. Gli elementi dominanti erano rapina e sadismo”.

Lo stesso giudice, ha chiesto agli investigatori come abbiano fatto a non trovare le prove dell’omicidio sul laptop dell’uomo, sui conti bancari e sugli account social. Marshall, infatti, prima di lasciare l’abitazione ha derubato la vittima: fatto che gli inquirenti avrebbero dovuto notare controllando gli estratti conto dell’uomo.

“Un esame circa le finanze di Fasoli avrebbe mostrato l’attività sul suo conto subito dopo il decesso; un esame dei social avrebbe permesso di capire che l’uomo, quella sera, aveva avuto visite. I conti bancari e social mi sembrano un ovvio punto di partenza” ha commentato Hiliard.

La commissione del corpo di polizia ha riferito di non aver rivisto il caso perché furono i vigili del fuoco di Londra a concludere che Fasoli fosse morto in un incidente domestico, causato da una luce difettosa del suo bungalow. I pompieri giunsero alla conclusione che una luce LED fosse caduta dal soffitto, andando a finire sul materasso, altamente infiammabile. In seguito, si è stabilito che la luce era spenta, probabilmente dallo stesso Fasoli non appena è divampato l’incendio.

Nonostante Marshall abbia negato il delitto, è stato arrestato per omicidio e incendio doloso.