Trump. Salta incontro con ”mafioso” russo amico di Putin

Pubblicato il 2 Aprile 2017 - 14:06 OLTRE 6 MESI FA
Alexander Torshin

Alexander Torshin

SPAGNA, MADRID – Il presidente Donald Trump ha fatto saltare all’ultimo momento un incontro, previsto il primo febbraio scorso a Washington, con Alexander Torshin, uomo di fiducia di Vladimir Putin, vicepresidente della Banca Centrale Russa e soprattutto considerato dalla Guardia Civil spagnola un padrino della mafia russa.

Lo scrive con ampio rilievo El Pais, secondo cui l’incontro, che doveva svolgersi prima di un pranzo ufficiale al quale Torshin guidava una delegazione russa, è stato annullato “secondo fonti della Casa Bianca, per la valanga di critiche e di informazioni sulla stampa statunitense sull’influenza di determinati circoli russi sulle squadre di potere del presidente Trump”.

Secondo il quotidiano madrileno, la vicenda “rivela fino a che punto questo personaggio – inquisito dalle autorità spagnole – era giunto nella sua scalata al circolo più stretto del presidente degli Stati Uniti”. Torshin ha incontrato uno dei figli di Trump e mantiene relazioni molto strette con la National Rifle Association (Nra), la potente lobby delle armi, uno dei maggiori finanziatori della campagna elettorale dell’attuale inquilino della Casa Bianca.

Il vicepresidente della Banca Centrale russa – scrive El Pais – è stato sul punto di essere arrestato a Palma de Maiorca nell’estate del 2013 in occasione di un incontro con un mafioso appena condannato in Spagna, ma non si presentò all’appuntamento. Il quotidiano sostiene che “l’offensiva politica di Torshin sembra far parte della strategie del Cremlino destinata ad influenzare la politica interna statunitense”.

Inoltre, “per la prima volta un capo della mafia russa – o almeno identificato come tale dagli inquirenti spagnoli – si trova all’interno del circolo del nuovo presidente degli Stati Uniti”. La chiave della vicenda – conclude El Pais – è la relazione tra Torshin e Alexander Romanov, “un mafioso russo stabilitosi a Palma de Maiorca”. Un’inchiesta anticorruzione spagnola nel 2012 e nel 2013 ha stabilito che “Torshin era il capo di una organizzazione criminale chiamata Taganskaya per riciclare denaro sporco acquistando alberghi a Maiorca”.