“Una legge per salvare la Crusca”. L’appello-allarme degli accademici riuniti a Firenze

Pubblicato il 24 Giugno 2010 - 15:21 OLTRE 6 MESI FA

Un appello, quello degli accademici della Crusca, che suona come un ultimo disperato grido di allarme per la cultura italiana. Riuniti nel Palazzo Vecchio di Firenze tutti i linguisti e gli studiosi più illustri hanno firmato un documento per denunciare lo stato disastroso delle finanze dell’Accademia, che nel 2009 ha ricevuto dallo Stato solo 190mila euro di contributi. “Viviamo tutti gli anni in una precarietà di risorse che ci impedisce ogni programmazione – denuncia la presidente dell’Accademia, Nicoletta Maraschio – Serve una legge che ci tuteli, la chiediamo da anni e nessuno ci ascolta”.

Tullio De Mauro, Domenico De Robertis, Giulio Lepschy, Angelo Stella, sono solo alcuni degli intellettuali che chiedono di salvare quell’istituzione a cui è affidato un ruolo fondamentale nelle ricerche, nello studio e nella tutela della lingua italiana ma che invece viene costantemente lasciata nell’incertezza finanziaria.

“Riceviamo 190mila euro dal ministero e altri 50mila euro fra Comune e Regione, ma ne spendiamo 200mila per il personale e altrettanti per mantenere la villa che è sede dell’Accademia – spiega Nicoletta Maraschio -. Ogni anno andiamo in giro per enti e associazioni culturali a fare una specie di questua, a chiedere soldi per poter mandare avanti le nostre ricerche. Così non si può andare avanti”.

La presidente spiega che pur non essendo finita nella lista degli enti culturali che hanno subito tagli dal governo, l’Accademia vive una situazione difficile: “Il Consiglio di Stato ha stabilito che siamo un ente pubblico, uno status che solo noi e l’Accademia dei Lincei possiamo vantare tra le accademie italiane. Ma bisogna che sia una legge a sancirlo, disponendo una dotazione ordinaria: noi chiediamo 1 milione”.