Acireale/ Confessa il fratello del bimbo sbranato: “Sono io il proprietario dei cani”

Pubblicato il 23 Luglio 2009 - 11:06 OLTRE 6 MESI FA

Colpo di scena nella dolorosa vicenda del bambino sbranato da un cane a Acireale, ed i cui funerali saranno celebrati oggi alle 16,30 nella chiesa di San Sebastiano. Gli animali, uno dei quali ha ucciso il piccolo di 6 anni, Giuseppe Azzarelli, appartengono al fratello della vittima, Ivan, 19 anni, che li custodiva in un recinto vicino a casa. E’ stato lo stesso ragazzo ad ammetterlo ai magistrati. Ivan, che ha precedenti per furto, era soggetto all’obbligo di firma, e sarà interrogato in procura alla presenza di un avvocato.

Ivan ha ribadito ai magistrati che aveva detto a Giuseppe di non andare nel recinto dove invece il bambino, sfuggendo al controllo, si era già recato più volte prima della tragedia a portar da mangiare ai cani.

Le indagini, che proseguono, potrebbero portare alla pista dei cani da combattimento. Pare intanto che possa non essere stata la femmina di Dogo argentino a sbranare Giuseppe ma un cane di taglia più grossa, non presente tra quelli trovati dagli investigatori all’interno del fondo dove è avvenuta la tragedia.

Lo hanno reso noto i carabinieri della compagnia di Acireale, dopo gli esiti dell’esame effettuato sul corpo della vittima da parte del medico legale. I rilievi avrebbero fatto sorgere il sospetto che i morsi rilevati non corrispondano alla dentatura dei cani trovati nel canile. Il pm non ha disposto l’autopsia in quanto “non risulterebbe utile alle indagini dei carabinieri”. E intanto la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità.

Gli inquirenti, durante il sopralluogo, avevano trovato nel fondo agricolo cinque cani, tre incatenati e due liberi. Uno di questi, un dobermann, era in possesso di regolare microchip, la cui lettura ha permesso ai veterinari dell’Asl che collaborano con i carabinieri di risalire al legittimo proprietario, che oltre un mese fa ne aveva denunciato la sparizione in un altro paese della provincia etnea. “Non si esclude – spiegano i carabinieri – che il fondo della tragedia, situato in un quartiere popolare di Acireale, possa essere stato utilizzato come luogo di custodia di cani da combattimento”.