I genitori con un figlio disabile possono adottare un altro bambino

Pubblicato il 9 Maggio 2012 - 15:39 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Due genitori e un figlio disabile: se in primo grado l’adozione era stata vietata per “pregiudizio”, l’Appello ha ribaltato la sentenza. Adesso il nucleo familiare potrà allargarsi a un altro bimbo, un altro figlio adottato.

Elena e Patrick hanno un figlio disabile e potranno prendere in adozione un altro bambino. La Corte d’Appello di Milano ha infatti riconosciuto la natura discriminatoria del decreto del Tribunale dei Minori di Milano che aveva negato a una coppia l’idoneità all’adozione internazionale solo e unicamente perché formata da genitori di un bambino con disabilità, affetto da Sindrome di Dravet (una rara forma di epilessia).

Sono sposati dal 2004, lei ha 36 anni, lui ne ha 38, il loro piccolo ne ha sei.  Il Tribunale dei Minori aveva accolto il parere contrario del Pubblico Ministero all’adozione, nonostante carabinieri, servizi Sociali e psicologo avevano l’ok: “La coppia, già gravata dalla malattia del figlio naturale” non può “essere gravata anche da problematiche e rischi che l’adozione internazionale potrebbe comportare”.

A dare l’annuncio della nuova decisione dei giudici è stata la Fie (Federazione italiana epilessi) secondo la quale le argomentazioni fornite dalla coppia di ricorrenti, difesi dall’avvocato Rosa Cervellione, e dalle associazioni Ledha (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), difesa dalla professoressa Marilisa D’Amico e dall’avvocato Benedetta Liberali, ed Elo (Epilessia Lombardia) difesa dall’avvocato Marilena di Toma, ”sono state accolte pienamente dalla Corte che ha affermato il principio che le decisioni della magistratura devono essere ancorate alle risultanze processuali e non conseguenza del pregiudizio dei singoli magistrati”.

Per i giudici d’appello, inoltre, la decisione revocata ”appare fondata su una concezione statica ed assoluta, per così dire, della disabilità come malattia, anziché come condizione risultante dall’interazione tra il disabile e tutto quanto lo circonda”.