“Adozione per i single? I tempi sono maturi”, parola della Cassazione. Contrario il Vaticano

Pubblicato il 14 Febbraio 2011 - 17:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I tempi sarebbero ormai maturi perché il Parlamento italiano apra alle adozioni di minori da parte dei single, anche se con le dovute cautele. Nulla in contrario è infatti previsto dalla ‘Convenzione di Strasburgo sui fanciulli del 1967’ che contiene le linee guida in materia di adozione.

L’esortazione arriva dalla Cassazione che – nella sentenza 3572  – sottolinea che “il legislatore nazionale ben potrebbe provvedere, nel concorso di particolari circostanze, ad un ampliamento dell’ambito di ammissibilità dell’adozione di minore da parte di una singola persona anche con gli effetti dell’adozione legittimante”.

In Italia il Parlamento non ha ancora provveduto a varare una legge che consenta l’adozione da parte dei single, sottolinea la Cassazione che, tuttavia, ha convalidato l’adozione, seppur in forma non pienamente legittimante ma ‘mite’, di una bimba russa alla quale farà da mamma una donna ‘sola’ di Genova. La convalida del decreto di adozione speciale è contenuto nella sentenza 3572 depositata oggi.

In particolare la Suprema Corte ha detto ‘no’ alla richiesta della mamma adottiva di Genova – sulle sue generalità è richiesta la piena riservatezza – di ottenere l’adozione nella formula pienamente legittimamente per la piccola bimba, con la quale ha vissuto insieme per due anni nella Federazione Russa e poi negli Usa, dove l’adozione è stata dichiarata efficace dal Tribunale della Columbia. Tuttavia alla mamma single, l’adozione – nella formula “speciale” – è stata consentita e trascritta qui in Italia, con decreto della Corte di Appello di Genova del 2009. Con alcune limitazioni, come la necessità del consenso di un tutore legale per determinati atti che riguardano la minore, o con alcuni limiti, come la possibilità di ereditare dai parenti collaterali della mamma. I supremi giudici ritengono, però, maturi i tempi affinchè anche le persone senza un partner possano adottare, con meno difficoltà, bambini rimasti soli o abbandonati.

“Il legislatore nazionale – esorta la Cassazione in questa sentenza – ben potrebbe provvedere, nel concorso di particolari circostanze, ad un ampliamento dell’ambito di ammissibilità dell’adozione di minore da parte di una persona singola anche con gli effetti dell’adozione legittimante”. In proposito, la Suprema Corte ci tiene a sottolineare che nelle norme della ‘Convenzione di Strasburgo del 1967 sui fanciulli’ – che è la bussola di riferimento per le norme sulle adozioni – non c’è alcun tipo di preclusione a questa apertura. Allo stato attuale, comunque, l’adozione legittimante rimane consentita solo ai “coniugi uniti in matrimonio, avendo finora ritenuto il legislatore tale statuizione opportuna e necessaria nell’interesse dei minori”.

LA RISPOSTA DEL VATICANO Nei procedimenti di adozione ”in linea generale, la priorità è il bene del bambino, che esige un padre e una madre”. E’ quanto afferma in cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, interpellato dall’ANSA in merito alla sentenza della Cassazione che ha detto si’ all’adozione per una mamma single, invitando il Parlamento italiano a legiferare in materia. ”Non conosco nel dettaglio questo caso e il pronunciamento della Suprema Corte – specifica il card. Antonelli -. Ma il linea generale ogni bambino ha diritto a una madre e a un padre: questa dovrebbe essere la normalità ”.

In un campo delicato come quello delle adozioni, precisa il prelato, ”possono esserci situazioni di forza maggiore” che comportano soluzioni particolari. Inoltre, aggiunge, ”da quanto risulta a una prima lettura delle notizie, la Cassazione ha indicato la necessita’ di mantenere delle cautele”. Ma ”le adozioni non vanno affrontate nell’ottica dei desideri degli adulti, delle loro aspettative da soddisfare, ma nell’ottica dei minori, la cui esigenza e’ avere entrambi i genitori”. Alla domanda se l’avvio di un percorso legislativo che regolamenti le adozioni per i sigle possa rappresentare un viatico anche verso le adozioni per le coppie gay, il cardinale Antonelli si limita a rispondere che ”la casistica delle adozioni nel suo complesso va valutata alla luce di questo stesso principio: il bene del minore”.