Alberto Stasi, la Cassazione: ci vuole un altro processo, ecco perché

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Ottobre 2013 - 15:59 OLTRE 6 MESI FA
Alberto Stasi

Alberto Stasi

ROMA – Alla luce di ciò che è emerso nel processo d’appello, quello che lo ha assolto per la seconda volta, non è possibile dichiarare Alberto Stasi innocente o colpevole.

Non è possibile “pervenire a un risultato, di assoluzione o di condanna, contrassegnato da coerenza, credibilità e ragionevolezza”. E’ quello che sostiene la Cassazione che giovedì 31 ottobre ha depositato le motivazioni della sentenza che lo scorso 18 aprile ha riaperto il processo per il delitto di Garlasco.

Tutto da rifare, cosa che la Cassazione ha già stabilito ordinando un processo di Appello bis. Ad avviso della I Sezione penale della Suprema Corte, il verdetto di assoluzione di Stasi, emesso dalla Corte di Assise di Appello di Milano il 6 dicembre 2011, dall’accusa di omicidio volontario della sua fidanzata Chiara Poggi, ha “un approccio non coerente ai principi della prova indiziaria” e segue un “non corretto percorso metodologico“. Secondo i giudici gli elementi indiziari sono considerati in maniera isolata “e avulsi dal loro contesto”. Stasi era stato assolto anche in I grado.

Alberto Stasi ha scelto in Appello il rito abbreviato, cosa che limita fortemente l’ integrazione di approfondimenti istruttori. Nonostante questo la Cassazione, accogliendo il ricorso del procuratore di Milano e dei famigliari di Chiara Poggi, ha dato il via libera a una serie di “integrazioni probatorie” per fare luce sul delitto di Garlasco.

In particolare, l’appello bis dovrà approfondire la mappature di tracce ematiche lungo la scala della cantina dell’abitazione di Chiara Poggi, l’esame del capello trovato in una delle mani della vittima, un ulteriore approfondimento del dna di Chiara Poggi trovato sui pedali della bicicletta di Alberto Stasi. Disposto anche un ulteriore accertamento sulla bicicletta da donna in possesso della famiglia Stasi, anche se diversa di quella che due testimoni dicono di aver visto davanti la casa dei Poggi il giorno del delitto (13 agosto 2007). Ulteriori riscontri devono essere fatti anche sull’assenza di alibi di Stasi durante i 23 minuti compresi tra le 9.12 minuti e le 9.35 minuti di quella mattina.