Alcoa: operai in versione “Full monty” per protesta al Carnevale di Venezia

Pubblicato il 5 Febbraio 2010 - 19:35 OLTRE 6 MESI FA

Operai dell’Alcoa di Fusina in versione “Full monty” domani in Piazza San Marco a Venezia in occasione del Carnevale. Un gruppo di dipendenti della multinazionale che ha annunciato la chiusura degli stabilimenti di Venezia e Portovesme ha concordato con l’organizzazione della festa una performance per attirare l’attenzione sulla vicenda occupazionale che li riguarda.

Durante lo spettacolo che aprirà il Carnevale veneziano, un gruppo di operai salirà sul palco per leggere un documento sulla situazione delle fabbriche di Alcoa. Dopodiché le tute blu si “esibiranno” in un balletto con tanto di strip-tease, in una cover del celebre “Full monty”.

Sulle note di “You can leave your hat on” di Jo Cocker, gli operai si spoglieranno, rimanendo in mutande e sfidando il freddo pungente.

Slitta incontro con il governo. Su richiesta dell’azienda l’incontro a Palazzo Chigi per la vertenza Alcoa, previsto inizialmente per lunedì 8 febbraio, è stato spostato a giovedì 11. Ad annunciarlo sono i sindacati confederali secondo i quali la multinazionale ha motivato lo slittamento con la necessità di riunire il board.

Le stesse fonti sindacali sottolineano che al momento non è arrivata nessuna comunicazione per la messa in cassa integrazione degli operai, le cui procedure scadano in questi giorni, e non sono neppure partite le operazioni per la fermata temporanea degli impianti annunciata da Alcoa a partire da domani. Nel frattempo, lo stabilimento di Portovesme sta per ricevere un nuovo carico di materie prime: per domenica mattina è atteso l’arrivo di una nave con 7.500 tonnellate di allumina.

I sindacati hanno dato il loro assenso allo slittamento dell’incontro a patto che la produzione degli stabilimenti italiani non si fermi e che non venga avviata la cassa integrazione.

«L’auspicio – fanno sapere fonti del sindacato confederale – é che il rinvio chiesto da Alcoa possa servire a far cambiare l’atteggiamento di chiusura dell’azienda. Per noi l’obiettivo resta sempre lo stesso: mantenere in funzione gli impianti, salvaguardare i posti di lavoro e dare un futuro alla produzione italiana di alluminio primario».