Alemanno e Polverini nei guai per un finto sondaggio da 30mila euro

di redazione Blitz
Pubblicato il 21 Febbraio 2014 - 15:26 OLTRE 6 MESI FA
Gianni Alemanno

Gianni Alemanno

ROMA – Trentamila euro per un falso sondaggio sulla qualità dei servizi scolastici proprio poco prima delle elezioni vinte da Renata Polverini. E’ per questo motivo che sono stati indagati Gianni Alemanno e Renata Polverini dalla procura di Roma per finanziamento illecito ai partiti. Quei 30mila euro, secondo l’accusa, sarebbero stati accumulati con false fatture di Accenture per essere in realtà dirottati sul Pdl. Indagati anche quattro dirigenti: Luca Ceriani e Francesco Gadaleta della Accenture e Roberto Sciortino e Massimo Alfonsi della High Value. Tre società finite nell’indagine: Accenture, High Value e Roma Capitale Investment Foundation, il cui presidente onorario è Alemanno.

Due persone, Fabio Ulissi, già collaboratore dell’ex sindaco, e Giuseppe Verardi, ex manager della società di consulenza Accenture, sono finiti agli arresti domiciliari. Secondo gli inquirenti quei soldi sarebbe stati consegnati a Ulissi, di professione podologo e dipendente della Roma Capitale Investment Foundation, da Verardi.

In sostanza, scrive il Gip, dalle testimonianze raccolte risulta che Alemanno “ha contattato la società Accenture ed ha commissionato un’attività di ‘sondaggio’ senza pagarne il corrispettivo e lucrando dunque in favore del gruppo politico di appartenenza” la somma di 25mila euro. Ma l’analisi della mail scambiate tra le società coinvolte nella vicenda – la Accenture appunto e la Coesis, srl, la società che materialmente realizza l’indagine – “consente di affermare con certezza che il ‘sondaggio’ era in realtà una vera e propria attività di telemarketing, volta a promuovere la lista del Pdl e del candidato alla presidenza della regione Renata Polverini in vista delle elezioni regionali del 2010”. Il gip sottolinea inoltre che “vale la pena rilevare incidentalmente” come nel listino del presidente Polverini era candidata anche Isabella Rauti, moglie di Alemanno. “Sicché questi – si legge nel provvedimento – aveva un interesse diretto, oltre che politico, nella buona riuscita della lista alle elezioni (Rauti risulterà poi eletta al Consiglio regionale grazie al buon esito della competizione per lo schieramento di appartenenza)”.