Alessandra Mussolini torna dalla madre: “Devo proteggere i miei figli”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Marzo 2014 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA
Alessandra Mussolini torna dalla madre: "Devo proteggere i miei figli"

Foto Lapresse

ROMA – “Che cosa posso dire? Nulla, sono distrutta e basta“. Dopo giorni di silenzio Alessandra Mussolini, raggiunta telefonicamente dal Messaggero, parla per la prima volta del marito Mauro Floriani, finito nell’inchiesta sulle baby squillo romane.

Cristiana Mangani sul Messaggero ricostruisce i due giorni di lacrime della Mussolini:

Alessandra ha trovato protezione dalla mamma, Maria Scicolone, dove si è trasferita non appena la notizia è diventata pubblica. Con lei ha portato anche i tre figli, Caterina, Clarissa e Romano, suo principale pensiero in questi giorni di sofferenza. «Devo pensare a loro, devo proteggerli», ha detto alle poche persone che sono riuscite a parlarle. Di grande conforto sembrano essere state le parole di zia Sofia Loren dall’America, che la chiama tutti i giorni. Da sempre Alessandra è la nipote preferita, quella che le somiglia tanto e ha il suo stesso carattere.

In questi giorni, il cellulare è squillato sempre a vuoto. Poi un attimo la voce risponde. Ne è passato di tempo da quando ha deciso di sposare quel fascinoso ufficiale delle Fiamme gialle. Era il 28 ottobre del 1989 a Predappio. Sette anni dopo le nozze, Floriani ha cambiato lavoro. Una scelta che, all’epoca, ha scatenato mille polemiche per alcuni conflitti di interesse. Alessandra lo aveva difeso: «Ora teniamo famiglia, abbiamo una figlia. Avremmo dovuto lasciarla crescere con una madre che sta sempre in giro a far politica e un padre sballottato continuamente da una caserma all’altra dell’Italia? Eh no, signori miei: abbiamo avuto l’occasione di mettere a posto le cose e non ce la siamo fatta sfuggire».

Nel frattempo ovviamente le indagini vanno avanti. La procura di Roma ha iscritto Floriani nel registro degli indagati per prostituzione minorile, e potrebbe rischiare – qualora le contestazioni nei suoi confronti venissero definitivamente accertate dai magistrati – fino a 4 anni di carcere.