Bancarotta ad Alessandria: per i cittadini aumento per 5 anni di tutte le tasse

Pubblicato il 29 Giugno 2012 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA

ALESSANDRIA – Il Comune di Alessandria è in bancarotta. Non era mai successo che un capoluogo di provincia fosse dichiarato in dissesto direttamente dalla Corte dei Conti. Ad essere stato indicato come il principale responsabile di questo crac è l’ormai ex sindaco Pier Carlo Fabbio, all’epoca capo di una giunta Pdl-Lega, oggi capo del Pdl all’opposizione. Ma a pagare saranno i cittadini ovviamente: aumento per 5 anni di tutte le imposte. Nei 37 giorni dal suo insediamento il neo-sindaco Rita Rossa (Pd) ha affrontato una grana dopo l’altra nel tentativo di tenere a bada creditori sempre più inferociti e pagare gli stipendi.  Ma il “grave squilibrio dei conti” i giudici l’avevano sottolineato fin dal primo esame del bilancio del 2010.

Ma che è successo al Comune di Alessandria? Come scrive La Stampa, da ben prima dell’era Fabbio ormai le entrate non coprivano più le spese. “Devo trovare ogni anno una dozzina di milioni” disse l’allora assessore alle Finanze, Luciano Vandone in una delle sue prime interviste. Ma aveva un’idea: vendere (fu soprannominato “Vendone”), anzi valorizzare. “Il patrimonio comunale è ingente, spesso sottovalutato: terreni registrati col valore di poche migliaia di euro in realtà ne fruttano centinaia di migliaia”. Di qui la scommessa di creare due società per cartolarizzare i beni: il Comune glieli cedeva a un certo valore, queste si facevano dare subito i soldi dalle banche con un mutuo, poi con calma avrebbero venduto ai privati, guadagnandoci pure. Un fallimento. Le società hanno dovuto svendere e accumulato milioni di debiti. Ma anche altre “creazioni finanziarie” di Vandone non hanno avuto fortuna.

Nel frattempo il Comune continuava a indebitarsi con privati, enti, banche e l’unica strategia era promettere piani di rientro e poi di fatto non pagare. Un disastro che Fabbio non ha mai ammesso nonostante le procedure aperte sia dalla Procura della Corte dei Conti sia dalla Procura della Repubblica: lui e Vandone sono indagati per falso in bilancio, truffa e abuso, mentre per questi reati il ragioniere capo dell’epoca è stato anche arrestato.

Che accade ora? Il consiglio comunale ha tempo 20 giorni per dichiarare ufficialmente il dissesto, se non lo fa il Prefetto lo scioglie e nomina un commissario che lo faccia. Poi con decreto del Presidente della Repubblica viene nominata una troika di commissari che per prima cosa definirà i debiti (secondo le stime della Corte dei Conti siamo già sui 100 milioni), quindi individuerà come pagare: vendite, certo, ma anche risparmi sui prossimi bilanci.

Pesanti le conseguenze per i cittadini ovviamente: aumento per 5 anni di tutte le imposte (l’Imu sulla prima casa potrebbe arrivare al 6 per mille) e dei servizi a domanda individuale. Quindi raddoppio delle tariffe dell’acqua, aumenti più contenuti per mense scolastiche e rifiuti, dove comunque gli utenti dovranno coprire l’intero costo. E rincaro notevolissimo dei bus. Il Comune per altro non potrà accendere mutui e fare assunzioni, anzi si prevede una riorganizzazioni degli organici.