Amarlis, la setta dell’olio che “suda” dall’icona della Vergine e dalle mani del mistico guaritore. E si vende online

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Settembre 2017 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA
Amarlis, la setta dell'olio che "suda" dall'icona della Vergine e dalle mani del mistico guaritore. E si vende online

Amarlis, la setta dell’olio che “suda” dall’icona della Vergine e dalle mani del mistico guaritore. E si vende online

ROMA – Amarlis, la setta dell’olio che “suda” dall’icona della Vergine e dalle mani del mistico guaritore. E si vende online. Chi sono i seguaci della setta Amarlis, chi è il fondatore che guarisce con l’olio dei miracoli “essudato” dall’icona della Beata Vergone e dalle sue stesse mani? La setta dei “gigli tra le spine”, attiva tra le Marche e Roma e Milano, non è sconosciuta alla Chiesa che finora però non ha avuto nulla di ridire su certe pratiche – benedizioni, comunioni, imposizioni delle mani da parte di un laico all’interno di chiese non sconsacrate – e soprattutto su certi maneggi, dalle requisizione di gioielli (“simboli del peccato”), all’olio santo, “extravergine” secondo le promo su Facebook dei “batuffoli curativi” di cui si sospetta un business online con tanto di Iban molto poco santo.

E’ sulla figura del santone che si concentrano i dubbi più allarmanti, racconta Fabrizio Peronaci sul Corriere della Sera. Vive a Roma, ha tratti mediorientali e la retorica di un hezbollah per quanto riguarda il suo anti-sionismo militante (“Israele=sionismo=satanismo=inciviltà”, si legge sul suo profilo). Attivista rigoroso ma di solido appetito, a tavola, come documentano i luculliani pranzi innaffiati da vinelli – documentati sempre su Fb – e corredati da canzoni in allegria con il mistico particolarmente incline a lasciarsi travolgere dalla passione canora quando si esibisce con “o sordato innamorato” che canta a squarciagola. Purtroppo circolano anche altre notizie.

Per non parlare dell’inquietudine alimentata dalla voci di ragazze andate fuori di testa: alcune famiglie sono disperate per aver visto chi la figlia, chi la nipote, «cambiate, inebetite, come rintronate da sostanze stupefacenti», e c’è pure chi racconta di un «assistente spirituale» un po’ troppo operoso che si fa consegnare i gioielli dalle donne che chiedono di essere benedette, precisando di doverli distruggere «in quanto simboli del peccato». (Fabrizio Peronaci, Corriere della Sera)