Angelo D’Imporzano va per sparare all’ex moglie. I carabinieri sparano a lui

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Ottobre 2013 - 11:18 OLTRE 6 MESI FA

Angelo D'Imporzano va per sparare all'ex moglie. I carabinieri sparano a luiLA SPEZIA – Angelo D’Imporzano, imprenditore edile di 57 anni, ha sparato alla porta di casa della ex moglie, Angela T., a La Spezia nella notte tra 5 e 6 ottobre. Prima bussa, l’ex moglie non apre. Poi iniziano a litigare, lei in balcone e lui in strada. L’uomo, preso da furia, spara contro la porta. Lei chiama i carabinieri e lui scappa e intanto le invia sms: “Stai attenta che ritorno”. Con la fuga di D’Imporzano inizia la caccia all’uomo. I carabinieri lo trovano e ingaggiano una sparatoria in cui l’imprenditore rimane ferito e muore. Nelle sue mani un revolver dal numero di matricola abrasa.

Questa la ricostruzione della tragica notte. Ora la Procura ha disposto l’autopsia sul corpo dell’uomo, descritto come tranquillo e gentile, per vedere se il comportamento possa essere la conseguenza dell’uso di stupefacenti. Iscritti nel registro degli indagati i due carabinieri che hanno aperto il fuoco.

La storia di questo imprenditore edile spezzino non convince. Non è il classico persecutore, lo stalker che si potrebbe immaginare. D’Imporzano era incensurato, nessuna denuncia per stalking, nessuna passione per le armi da fuoco né porto d’armi e nessuno che possa spiegare come abbia fatto a procurarsi un’arma illegale. Per questo hanno perquisito la casa della figlia dell’imprenditore dove l’uomo si era ‘rifugiato’ dopo la separazione dalla moglie.

La donna e i due figli sono stati ascoltati a lungo dai carabinieri del Comando provinciale, così come sono stati sentiti i due carabinieri che hanno sparato. Il magistrato incaricato dell’inchiesta, Giovanni Maddaleni, ha già disposto l’autopsia necessaria per capire se l’imprenditore avesse assunto sostanze e la direzione dei colpi che l’hanno ferito mortalmente.

Intanto, la sezione scientifica dell’Arma ha eseguito tutti i controlli sul luogo della sparatoria, effettuando le misurazioni per definire le distanze, repertando i bossoli delle semiautomatiche dei carabinieri e effettuando lo stub, il guanto di paraffina, sulle mani dell’imprenditore. La pistola è stata esaminata, così come le semiautomatiche dei carabinieri. Resta da capire perché Angelo D’Imporzano ”così buono e gentile” abbia deciso all’improvviso di ribellarsi alla vita.