Angelo Vassallo ucciso perché dava fastidio ai pusher. Accusato Bruno Humberto Damiani

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Novembre 2014 - 12:14 OLTRE 6 MESI FA
Angelo Vassallo ucciso perché dava fastidio ai pusher. Accusato Bruno Humberto Damiani

Angelo Vassallo ucciso perché dava fastidio ai pusher. Accusato Bruno Humberto Damiani

ROMA – Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, fu ucciso perché dava fastidio agli spacciatori. Ne è convinta la procura di Salerno che da 4 anni (l’omicidio è del 2010) indaga su assassini e movente. E che ora ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in omicidio un italo brasiliano che da tre anni è in cella in Colombia, Bruno Humberto Damiani. 

C’è insomma una pista investigativa che da Pollica porta dritta a Bogotà, in Colombia. Salernitano ma di origini brasilane, Damiani è in carcere con l’accusa di traffico di droga. Ma cosa c’entra Damiani col sindaco pescatore? Per gli investigatori c’entra eccome. Al punto che ora, a 4 anni di distanza da quei colpi di pistola che uccisero Vassallo, Damiani è iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in omicidio. Per interrogarlo è volata fino a Bogotà Rosa Volpe, sostituto procuratore di Salerno.

Interrogatorio di cinque ore in cui, spiega sul Corriere della Sera Fulvio Bufi, Damiano avrebbe respinto tutte le accuse. Negando anche di aver conosciuto e discusso con Vassallo. Ma perché allora un interrogatorio così lungo?

Una storia intricata, spiega Bufi:

In ogni caso dubbi che la pista che porta agli assassini di Angelo Vassallo sia quella della droga, gli inquirenti non ne hanno più. L’accusa di omicidio premeditato nei confronti del «brasiliano» fa anche escludere che sia ancora in piedi l’ipotesi del delitto d’impeto, che pure fu fatta all’inizio, della lite sfociata in tragedia. In questi quattro anni le indagini del Ros dei carabinieri non si sono mai fermate, e ormai solo lo scenario che ha come sfondo la droga è rimasto credibile. Condivide anche il fratello del sindaco ucciso, Dario Vassallo: «Sono convinto che la droga abbia un ruolo importantissimo in tutta questa vicenda. E non parlo di piccoli quantitativi».
Non solo lo spaccio nelle discoteche di Acciaroli, la frazione marina di Pollica, dunque, contro il quale Vassallo si espose notevolmente andando ad affrontare personalmente quelli che riteneva fossero i pusher. Anche il presunto litigio con Damiano rientra in questi scontri. Ma il «brasiliano» non è ritenuto un semplice gestore di una piazza di spaccio estiva, e lo dimostrerebbero anche i frequenti contatti che aveva con le bande di Secondigliano, l’ultimo dei quali sarebbe avvenuto quattro giorni prima dell’omicidio.