Annamaria Franzoni ai domiciliari: la decisione slitta a giugno

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Aprile 2014 - 06:36 OLTRE 6 MESI FA
Annamaria Franzoni ai domiciliari: la decisione slitta a giugno

Anna Maria Franzoni

BOLOGNA – Se ad Annamaria Franzoni saranno concessi i domiciliari si saprà a giugno. Il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha disposto un nuovo rinvio chiedendo ulteriori approfondimenti. Un tempo che servirà a completare la perizia psichiatrica criminologica sulla donna condannata a 16 anni per aver ucciso il figlio Samuele Lorenzi a Cogne, il 30 gennaio 2002.

Il prof. Augusto Balloni ha ora due mesi di tempo per integrare le 80 pagine di studio già depositato, con nuovi approfondimenti, ritenuti necessari per poter giudicare la richiesta di detenzione domiciliare. I magistrati hanno fissato una nuova udienza per il 24 giugno e hanno chiesto al perito di chiarire meglio se le “condizioni di pericolosità sociale” cui fa riferimento l’elaborato possano essere, e come, legate alla reiterazione del reato di omicidio: chiarire in sostanza se e in quali termine esiste il rischio di recidiva.

Inoltre, trattandosi di detenzione domiciliare speciale, cioè di una misura che Franzoni ha chiesto per poter assistere il piccolo Gioele, nato a gennaio 2003, un anno dopo la morte di Samuele, al perito è stato chiesto di acquisire documentazione dal tribunale dei minorenni. E se sulla potestà genitoriale della donna non risultano esserci recenti pronunce, quella della Franzoni è sospesa per il tempo della pena.

La giustizia minorile si è occupata proprio del figlio della donna a settembre 2013, dopo che alla Procura dei minori di Bologna arrivò una segnalazione che riguardava un disagio del bambino, di cui non sono noti i dettagli. I Pm, per approfondire il caso chiesero al tribunale di disporre una consulenza psicologica, ma i giudici non ritennero ci fosse necessità di prendere provvedimenti.

Potrebbero essere quindi questi gli atti giudiziari utili al prof. Balloni, che non esclude ora di incontrare nuovamente la donna con cui ha già avuto una decina di colloqui. Lo ha spiegato lo stesso perito, che non si è sottratto alle telecamere fuori dal tribunale, ma ha mantenuto riserbo sul proprio lavoro, limitandosi a definire Annamaria Franzoni “una persona che ha patito tanto” e rispondendo con ironia a chi gli chiedeva della terapia psichiatrica di supporto che avrebbe consigliato alla donna: “E’ sempre utile, tutti ne abbiamo bisogno”.

Sulla pericolosità sociale ha spiegato, in via generale, che questa è la presunzione che una persona possa commettere un reato. La difesa, con il consulente Pietro Pietrini, parla invece di ‘pericolosità sociale residuale‘. “Non c’è una disquisizione sulla pericolosità sociale intesa come possibilità di recidiva”, ha detto.

L’avvocato della Franzoni, Paola Savio, ha valutato positivamente il rinvio, invitando i cronisti a “lasciare tranquilla” Annamaria. “Lasciateci affrontare questa tappa che per noi è molto importante”, ha detto con la donna sempre al suo fianco. Lei ha respinto il solito assedio dei flash con il silenzio, scesa da un’auto guidata da don Giovanni Nicolini, il sacerdote che l’ha accolta per il lavoro esterno al carcere.