Antonello Ieffi, ex di Manuela Arcuri, imprenditore sequestrato da Tamara Pisnoli

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Dicembre 2014 - 15:24| Aggiornato il 17 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
Antonello Ieffi in una foto con la ex fidanzata Manuela Arcuri

Antonello Ieffi in una foto con la ex fidanzata Manuela Arcuri

ROMA – Antonello Ieffi, imprenditore nel settore degli impianti fotovoltaici, amante del lusso da ostentare negli ambienti vip. Con una ex fidanzata celebre: Manuela Arcuri, assolutamente estranea alla vicenda. E’ lui l’uomo picchiato e torturato il 17 luglio del 2013 in un elegante appartamento al Torrino, quartiere residenziale a Sud di Roma. Per questa vicenda alcune persone sono state arrestate lunedì: tra loro anche Tamara Pisnoli, ex moglie del calciatore Daniele De Rossi. Chi è Ieffi lo dice l’ordinanza del Gip:

«La vittima riteneva che sinonimo di successo fosse essere ricchi per essere presentabile di fronte a personaggi della Roma bene. Così per ostentare ricchezza c’è stato un momento in cui aveva stipulato sei contratti di leasing di auto di lusso».

Ieffi presenta la denuncia il 20 luglio 2013, anche se inizialmente per paura non fa nomi:

«Quel pomeriggio avevo appuntamento in un bar dell’Eur con alcune persone – ha raccontato ai carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci – Quando arrivai mi si avvicinarono due persone e mi invitarono a salire sulla macchina con loro. “Tieni la testa abbassata”, mi hanno detto durante il tragitto, probabilmente per non farmi vedere il percorso per arrivare all’appartamento. Una volta lì cominciarono a picchiarmi, a farmi del male. Erano in tre. Uno di loro mi tagliò con un coltello il cuoio capelluto. Pretendevano altri 86mila euro per un prestito che sei mesi prima avevo chiesto di 100mila euro. Ne avevo già restituiti 343mila, ma ne volevano ancora e subito. Mi hanno minacciato di morte: “Se non paghi in cinque giorni ti spariamo alla testa”. E anche: “sai quanto ci metto a fà ammazzà una persona? Basta che metto diecimila euro in mano a un albanese, non ci mette niente”».

Poi tirerà in ballo la Pisnoli, ora ai domiciliari:

«Nel corso di quel sequestro mi vennero chiesti anche altri soldi, la restituzione, con interessi, di 80mila euro, diventati 150mila della Pisnoli. Mi era stata presentata mesi prima da un mio amico che era il suo compagno M.M. Mi disse che voleva entrare nella partita del fotovoltaico e le proposi in investimento. O meglio, una licenza per la produzione di energia con impianti fotovoltaici».