Antonio Marci si uccide in carcere. Accusato di essere allenatore orco con minori

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Gennaio 2017 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Marci si uccide in carcere. Accusato di essere allenatore orco con minori

Antonio Marci si uccide in carcere. Accusato di essere allenatore orco con minori (foto d’archivio Ansa)

ALESSANDRIA – Si è tolto la vita in carcere Antonio Marci, 63 anni, l’allenatore di squadre giovanili di calcio arrestato nei giorni scorsi ad Alessandria per pedo-pornografia e atti sessuali su minori. Lo scrive la Stampa, secondo cui si sarebbe ucciso con una busta in testa. “Avevo chiesto i domiciliari perché ritenevo il carcere non adeguato a tutelare la sua incolumità – conferma all’Ansa l’avvocato Massimo Taggiasco, che lo difendeva – mai però mi sarei aspettato una cosa del genere”.

L’indagine che aveva portato all’arresto era partita dalla testimonianza di una vittima che aveva riconosciuto l’uomo in un bar, per caso, a 29 anni di distanza dagli abusi. I carabinieri lo avevano sorpreso nella sua abitazione, in compagnia di un giovane. Nell’appartamento avevano sequestrato centinaia di videocassette con i filmati dei suoi incontri con i baby calciatori. “L’altro giorno, al termine dell’interrogatorio di garanzia, mi aveva promesso che quando ci saremmo rivisti mi avrebbe spiegato”, aggiunge l’avvocato Taggiasco, riferendo di un passato problematico, nel quale l’uomo sarebbe stato a sua volta vittima di violenza. “Un episodio che evidentemente gli ha segnato la vita – sottolinea il legale -, che non giustifica quello che ha fatto ma lo spiega”. E’ stato il legale ad informare questa mattina i famigliari, in arrivo dalla Sardegna, regione originaria dell’uomo.

Aggiunge Miriam Massone sul quotidiano torinese:

Nel suo bilocale del rione Cristo, alla periferia di Alessandria, i carabinieri avevano sequestrato centinaia di videocassette con i filmati dei rapporti completi che aveva con i baby calciatori, e poi diari, schede con i volti e le caratteristiche dei ragazzini, fotografie, mutandine e costumini. Secondo una prima ricostruzione gli abusi andavano avanti da oltre 30 anni. È stato infatti una vittima a riconoscere, per caso in un bar, l’ex mister che 29 anni fa lo aveva avvicinato sotto la doccia dopo gli allenamenti e aveva abusato di lui. Da questa preziosa testimonianza è partita l’indagine che ha portato all’arresto.