Appalti: perquisita sede Enac, cinque indagati a Roma

Pubblicato il 7 Giugno 2011 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Turbativa d’asta e corruzione. Questi i reati ipotizzati nel nuovo fascicolo di inchiesta aperto dalla Procura di Roma e cha ha portato gli uomini della Guardia di Finanza ad effettuare una perquisizione presso gli uffici dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) procedendo all’acquisizione di documenti. Un nuovo filone di indagine – secondo quanto si è appreso – derivato da quello su presunte irregolarità legata ad appalti Enav e che riguardava anche Selex Sistemi Integrati (gruppo Finmeccanica) ed altre società.

Sia Enav, sia Finmeccanica sarebbero estranee al nuovo troncone d’indagine sul quale sta svolgendo approfondimenti il pm di Roma Paolo Ielo. Al momento sul registro degli indagati sarebbero state iscritte cinque persone sulle cui identita’ gli investigatori mantengono uno stretto riserbo. Le perquisizioni eseguite sono state complessivamente sette: cinque hanno riguardato le abitazioni private degli indagati, una la sede dell’Enac e la settima la sede della Sdb di Vincenzo Morichini, ex amministratore del consorzio di agenzie Ina Assitalia di Roma, imprenditore vicino a Massimo D’Alema.

Gli inquirenti starebbero cercando di ricostruire la rete di affari e favori che ruoterebbe attorno ad una serie di soggetti, interessati tra l’altro nella costruzione e manutenzione di aeroporti, già raggiunti da altri filoni dell’inchiesta o anche solo citati negli interrogatori resi da indagati o testimoni. In un altro filone di inchiesta, nel novembre del 2010, gli inquirenti avevano disposto la perquisizione delle sedi Enav, Selex Sistemi Integrati ed altre società e proceduto all’iscrizione nel registro degli indagati dei vertici dell’Ente nazionale assistenza al volo.

Le accuse nei loro confronti riguardano la gestione di alcuni appalti, affidati senza gara pubblica, e sovrafatturazioni per la creazioni di fondi neri. Un’indagine che si intreccia saldamente con quella avviata su Finmeccanica, ovvero su una presunta attività di riciclaggio che ruota attorno all’acquisizione della società Digint da parte dell’imprenditore Gennaro Mokbel. Tra gli arrestati figura, anche l’ex consulente esterno di Finmeccanica Lorenzo Cola. Nell’ambito di una ulteriore tranche era stata emessa una ordinanza di custodia cautelare per l’imprenditore Tommaso Di Lernia, che dopo un periodo di latitanza è tornato in Italia ed ha iniziato a collaborare con i magistrati.

A carico di Cola e Di Lernia viene contestata una presunta evasione fiscale da 5 milioni di euro, attraverso false fatturazioni che avrebbero consentito di creare fondi neri anche finalizzati alla corruzione di pubblici ufficiali. Per quanto riguarda Di Lernia l’ipotesi di reato sarebbe legata ad appalti concessi ad una sua società cipriota per l’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo, mentre per Cola si tratterebbe di lavori affidati da Enav alla società Selex.