Appalti truccati, arresti in Veritas: 11 indagati, tra cui dirigente e imprenditori

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Marzo 2017 - 13:10 OLTRE 6 MESI FA
Appalti truccati, arresti in Veritas: 11 indagati, tra cui dirigente e imprenditori

Appalti truccati, arresti in Veritas: 11 indagati, tra cui dirigente e imprenditori

VENEZIA – Arresti e sequestri per 302 mila euro a Venezia per la vicenda di presunti appalti truccati a Veritas per la gestione dei servizi pubblici. La mattina del 14 marzo sono stati arrestati il dirigente di Veritas, Claudio Ghezzo, e due imprenditori, Sabrina Tonin ed Enzo Busato con le accuse di turbativa d’asta e corruzione. Si arriva così alla conclusione delle indagini, iniziate nel settembre 2014, e che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 11 persone.

Il sito del Gazzettino scrive che nella mattinata gli uomini della polizia tributaria su ordine del gip del tribunale di Venezia hanno eseguito perquisizioni, arresti e confisca di beni per 302 mila euro:

“La delicata e complessa operazione odierna conclude una importante indagine in corso dal settembre del 2014 volta ad individuare violazioni alla normativa in materia di appalti a Veritas, la società che gestisce lo smaltimento rifiuti nel Veneziano, per ottenere un appalto.

Gli arrestati sono Claudio Ghezzo, responsabile pro-tempore della Direzione commerciale di VERITAS s.p.a. nonché già vice presidente e consigliere delegato di ECORICICLI VERITAS s.r.l. e ECOPROGETTO VENEZIA s.r.l. e Sabrina Tonin, responsabile commerciale della Plan-Eco srl, ed Enzo Busato, ai domiciliari, della “Fratelli Busato Autotrasporti” di Preganziol (Tv). Le accuse sono di turbativa d’asta e corruzione. Ghezzo era a libro paga dei due imprenditori per ottenere lavori per Veritas. Sequestri per 302 mila euro, 11 indagati per i reati di corruzione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta e 3 persone giuridiche. La Plan-eco si occupava dello smaltimento rifiuti con affidamento diretto (senza gara come previsto) in cambio di tangenti, mentre la “Busato autostrasporti” gestiva la pulizia dei cassonetti senza avere tutti i requisiti necessari”.