Sisma a L’Aquila. Burocrazia chiude asilo modello: spreco di 400 mila euro

Pubblicato il 15 Settembre 2011 - 11:08 OLTRE 6 MESI FA

L’AQUILA – La ricostruzione dopo il terremoto del 2009 de L’Aquila sembrava il primo passo per ricominciare e l’asilo modello “Nino Sospiri”, a Villa Sant’Angelo, sembrava il segnale ideale per la ripresa: iniziare dai bambini che sono il nostro futuro. Costato 400 mila euro donati da privati, costruito in appena 80 giorni, l’asilo è la fusione di bioedilizia e ideale per i bambini: classe energetica A+, ampi spazi ben attrezzati per il gioco, luce, sicuro e dotato di pannelli solari. Ma è chiuso per questioni burocratiche.

Inaugurato il 14 settembre 2009 da Gianfranco Fini e da Nancy Pelosi, speaker della Camera degli Stati Uniti con origini abruzzesi, è stato aperto solo per un anno e mezzo: a Natale 2010 con la riapertura dell’asilo della vicina città di Fossa, dono della Caritas e sede di plesso scolastico già prima del terremoto, si è deciso di chiudere l’asilo modello. Il motivo? Troppo costoso tenerli aperti entrambi ed è apparso naturale preferire alla struttura ecologica ed organizzata l’asilo “storico” del pre-terremoto.

Uno spreco di 400 mila euro, di quelli che in Italia sono ben noti tra le strutture terminate e perfettamente funzionanti ma inutilizzate come ospedali o uffici, ma che non è passato inosservato ai benefattori che lo hanno finanziato e che ora pensano di smontarlo e donarlo ai bambini dell’Eritrea, rammaricati per questo dono ai bambini abruzzesi rifiutato dalla regione. Pierluigi Biondi, sindaco di Villa Sant’Angelo, ha però promesso che la struttura non sarà smantellata, né rimarrà in disuso: “Qualche giorno fa sono stato contattato da un gruppo di insegnanti. Vorrebbero aprire qui un asilo nido privato. Spero vada in porto”. La burocrazia ha ucciso ciò che era nato col terremoto: la speranza per un futuro migliore.